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Smiley

Da Jeanjacques
Smiley
E' stato più o meno poco più di un anno che che, vagando senza meta sul tubo, ho trovato uno strano trailer. Era quello di un film horror dallo stampo tipicamente teen, dove c'era questo serial killer che aveva una strana maschera di pelle con su cucito sopra uno smiley. E io che con gli smiley ho uno strano rapporto da che ho letto Watchmen non potevo che dirmi incuriosito da una cosa simile. Comunque sia, il look di questo villain mi ingrifava non poco, ed ero quasi certo che in qualche maniera questo film, in un modo o nell'altro, avrebbe saputo accoltellarmi il basso ventre. Incredibilmente però la distribuzione italiana ha deciso di metterlo nelle sale con un anno di ritardo in occasione della concomitanza con la festività di Halloween, e quindi questa pellicola è disponibile anche in lingua italiana proprio in questi giorni. E siccome ultimamente sono vagamente a digiuno di film dell'orrore degni di nota, ho deciso di concedermi una piacevole serata all'insegna di serial killer, sangue e frattaglie  - insomma, il divertimento perfetto per ogni uomo o presunto tale.
Secondo una leggenda metropolitana se si scrive su una chat I did it for the lulz (dall'inglese: l'ho fatto per divertimento) comparirà il terribile killer Smiley a uccidere la persona con la quale state chattando. La povera Ashley, ragazza al primo anno di college reduce da un'acuta depressione dopo la morte della madre, si troverà invischiata in questa terribile storia...Le parole di donano un forte potere, quello dell'esprimere pensieri e concetti. Peccato però che io proprio non riesca a trovare quelle giuste per dire quanto questo Smiley mi abbia fatto oscenamente schifo al cazzo. Perché veramente, questo film può dirsi tutto, tranne che un horror. E' piuttosto un abominio perpetrato mediante gli stilemi e i cliché tipici dei film di spavento. Nulla in questa pellicola è salvabile, perché tutti i settori artistici principali sono davvero carenti in linea di massima. La storia è palesemente trita e ritrita, ma la sceneggiatura non sa enfatizzarne nessun momento. Anzi, nel suo non saper delineare in maniera abbastanza definita uno scenario di spavento finisce per ricreare uno spettacolino di matrioske vuoto e artificialissimo, e dato che alla fine da narrare c'è ben poco si finisce per allungare il film con finte scene che, guarda caso, alla fine si rivelano essere unicamente dei brutti sogni della povera protagonista. La regia dell'esordiente Michael J. Gallagher [anche sceneggiatore e produttore insieme ad altri due che hanno il suo stesso cognome] poi si dimostra di un inettitudine allucinante, incapace di enfatizzare un momento che sia uno, e combinando incredibili macelli pure nelle scene splatter, non nel senso che si sporca il set di sangue, ma per il semplice motivo che le suddette non fanno paura, non spaventano, non fanno provare nulla e, soprattutto, non fanno schifo. O almeno, fanno schifo, sì, ma è più per come sono state rese male che per altro. E quindi viene da chiedersi quanti cazzi abbia dovuto ciucciare in vita sua questo venticinquenne incapace, e quanto debba essergli piaciuto farlo - lo so, qui sono stato molto volgare, ma il pensare che gente fatica per anni per arrivare a fare qualcosa di decente e questo ha il permesso di creare un simile abominio mi manda in bestia. E veramente, trovare anche un solo secondo che non sappia di finto è davvero davvero difficile. Purtroppo però non è finita qui, perché anche il gruppo di attori protagonisti fa di tutto per permettere a questa spazzatura di colare a picco. La protagonista biondocrinuta Caitlin Gerard è quasi più incapace del regista a fare il proprio lavoro, e quando non ha un sorriso da lobotomizzata cerca di variare con un'espressione molto ho-scoperto-di-recente-che-cazzo-non-è-solo-una-parolaccia-and-I-like-it. L'unico punto che sembrerebbe meritare è quando Smiley gli strappa la maglietta di dosso, peccato però che non si vada oltre quella scena e che per tutto questo supplizio non si veda neppure una tetta. Non fa di meglio la sua amichetta Melanie Papalia, che da le fattezza a Proxy (no, non Ergo proxy, è l'amica troia) e che viene spacciata come una bomba sexy quanto in realtà a me ha lasciato davvero indifferente. Ma da una che ha lavorato con Uwe Boll cosa c'è da aspettarsi? Non descrivo tutti gli altri perché sennò verrebbe troppo lungo, ma sono tutti su questi livelli. Per concludere posso solo sottolineare che questo film, oltre a non dire assolutamente nulla, diventa persino pretestuoso provando a inserire verso la fine un blando tentativo di denuncia sociale, offrendo quello che in altre circostante potrebbe essere stato un finale interessante, smerdato però in bella fretta nella più stupida delle maniera. Per sicurezza, non sia che non ci si era ancora accorti che gli autori sono incapaci...Ho guardato questo film per curiosità, ma alla fine non posso dire che I watched it for the lulz. Magari posso scrivere quella frase per tre volte per far arrivare Smiley a casa di registi e produttori, almeno così so di aver fatto la mia buona azione quotidiana.Voto: Smiley
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