A smilitarizzare la Guardia di Finanza, oltre ai Finanzieri Democratici, ci hanno provato, sin dalla fine degli anni Settanta, i Radicali di Marco Pannella ed Emma Bonino. Un tiepido appoggio al progetto arrivò poi anche dalla CGIL del Veneto, ma ancora oggi non si sono spente le polemiche per le controverse e poco credibili motivazioni con le quali sono stati sempre affossati e rigettati i referendum promossi in tale direzione.
In Parlamento sono stati, in un recente passato, depositati anche alcuni disegni di legge da parte di alcuni esponenti della cosiddetta “sinistra radicale” (Verdi e Rifondazione Comunista in testa), tutti finalizzati ad equiparare la Guardia di Finanza alle altre polizie economico-finanziarie europee. Molto timidamente anche una parte degli attuali esponenti del Partito Democratico sposarono, negli anni Novanta, la causa della smilitarizzazione della Guardia di Finanza, così come pure la Lega Nord; però, al contrario del primo la Lega Nord è stata sempre attenta al fenomeno dell’evasione fiscale galoppante e quasi incontrollata, frutto probabilmente di una imperfetta gestione di tutto l’apparato economico-fiscale del Paese. Essa si è anche occupata, così come hanno sempre fatto anche i Radicali, dei diritti del personale dipendente delle Fiamme Gialle, riempiendo i protocolli degli uffici di Camera e Senato di decine di interrogazioni parlamentari che, spesso, hanno messo in difficoltà il Comando Generale del Corpo. Giurassici regolamenti militari sono sopravvissuti negli anni a molti governi ed hanno reso difficile la vita dei finanzieri. Non c’è mai stato un parallelismo tra i diritti acquisiti dai civili e quelli flebili o mai riconosciuti al personale con le stellette. La cosiddetta “Rappresentanza Militare” è una sorta di surrogato, di succedaneo, del sindacato, una specie di specchietto per le allodole, nata quando la Polizia di Stato stava per essere smilitarizzata e sindacalizzata. La Rappresentanza è stata creata da una mente neppure tanto raffinata per far credere ai militari di avere ottenuto un vero strumento di democrazia, mentre, nella realtà dei fatti, è un organismo a struttura gerarchica, laddove il presidente non viene eletto dal personale ma diventa tale solo perché appartiene alla categoria degli ufficiali. Una categoria, quest’ultima, di privilegiati che da molti è stata già definita come una casta, una lobby potentissima che resiste a tutte le manovre finanziarie, a tutte le cosiddette leggi di stabilità, a tutte le crisi economiche. Si taglia su tutto e su tutti tranne che sul numero e sui privilegi degli ufficiali.
A concedere maggiori poteri, denaro ed anche un numero abnorme di ufficiali in organico, paradossalmente è stato proprio lo stesso partito di Renzi - che un tempo propagandava di volere smilitarizzare la Guardia di Finanza - ma una dozzina di anni fa circa approvava la cosiddetta “Legge Siracusa”, nata per prorogare la carriera di un generale dei carabinieri ma poi estesa a tutte le forze di polizia a struttura militare. Ecco perché ora guardiamo con un pizzico di diffidenza ed incredulità al DDL che circola in internet da qualche settimana e che prevede una parziale riforma della Guardia di Finanza, ovvero un asserito accorpamento delle Forze di Polizia. Secondo alcuni questa bozza di legge delega sarebbe attribuibile a tecnici vicini al Governo Renzi, se così fosse ci farebbe davvero piacere perché sarebbe un primo passo verso una necessaria riforma dei corpi di polizia ed un modo semplice ed indolore per fare risparmiare agli italiani alcuni miliardi di euro.
Restano, ovviamente, alcune divergenze sostanziali tra il progetto dei Finanzieri Democratici e questa bozza di legge delega. Il Movimento dei Finanzieri Democratici riassume in questi pochi punti quello che è un progetto molto articolato:
a) accorpamento di tutte le forze di polizia sotto un unico comando;
b)la creazione dei dipartimenti (separati ed autonomi) della pubblica sicurezza (dove dovrebbero confluire anche i carabinieri), della polizia penitenziaria, della guardia costiera e della polizia economico-fiscale;
c) il comando (o meglio la direzione) della polizia economico-finanziaria affidata ad un alto funzionario del Ministero dell'Economia e delle Finanze;
d) la sindacalizzazione, la smilitarizzazione e la regionalizzazione dell’attuale Guardia di Finanza. La regionalizzazione, già attuata con il Corpo Forestale dello Stato, servirebbe ad evitare i fattori stressogeni ed i costi elevati legati ai trasferimenti.
Lorenzo Lorusso – presidente dei Finanzieri Democratici