(pubblicato su FareItaliamag il 28 luglio 2011)
Massimo Giannini di Repubblica l’ha piazzata tre anni fa in Grecia, scatenando la generale ilarità: perché Izmir/Smirne è sì una città di origini e cultura elleniche (o almeno lo era, fino al pogrom del 1922), ma ancora si trova saldamente sulla costa egea della Repubblica di Turchia. Izmir è una metropoli che ha cinque millenni di storia e oggi quattro milioni di abitanti: è stata sconfitta da Milano nella corsa all’Expo del 2015, non si è persa d’animo e ha comunque già realizzato molte delle infrastrutture previste, ha presentato una nuova candidatura all’Ufficio internazionale delle esposizioni per l’Expo 2020 – dopo aver preliminarmente superato la concorrenza interna di Ankara – e se la vedrà per l’assegnazione finale prevista tra due anni con la thailandese e già ufficializzata Ayutthaya e probabilmente – c’è tempo fino al 2 novembre per inoltrare al propria richiesta – con Brisbane, Città del Capo, Copenaghen, Dubai, Houston e San Paolo. Insomma, Milano non è solo a Shangai che deve guardare per il “come avrebbe potuto e dovuto essere”: anche Smirne è un modello – seppur ormai retrospettivo – di progettualità e determinazione.
Già a fine aprile il primo ministro Erdoğan ha sciolto la riserva e ha inviato una lettera al Bureau di Parigi per garantire l’impegno del governo a sostenere la candidatura politicamente – nonostante la municipalità della città egea sia nelle mani dei rivali politici del Chp – e finanziariamente. Anzi, durante la campagna elettorale per le politiche del 12 giugno, il leader dell’Akp ha annunciato ulteriori grandi progetti: “progetti folli”, come li ha lui stesso definiti. Accantonata la proposta di metropolitana sottomarina, l’intervento caratterizzante previsto per l’antica Smirne – illustrato con l’ausilio di animazioni digitali – è invece il progetto Izkaray: un collegamento che consentirà di tagliare il golfo di Izmir grazie a un viadotto di quattro chilometri e mezzo e un tunnel sotto le acque di un chilometro e mezzo. Ma sono anche previsti nuovi collegamenti autostradali e ferroviari ad alta velocità – con Ankara, con Istanbul – dai tempi di percorrenza sensibilmente ridotti, nuove linee della metropolitana, un nuovo porto per le navi da crociera da quattro milioni di passeggeri all’anno, l’espansione del porto di Çandarlı destinato ai container per farlo diventare una delle prime dieci basi logistiche al mondo, nove nuovi porticcioli per gli yacht e il recupero del porto dell’antica Ephesus: così da promuovere una sempre maggiore integrazione con il resto dell’Anatolia e con il Mediterraneo.
Il tema della candidatura per il 2020 è lo stesso di quello precedente: “Nuove strade per un futuro migliore. Salute per tutti”. Salute dell’ambiente, della società e degli individui; salute di cui è prerequisito la qualità della vita. E proprio nella regione di Smirne non mancano centri specializzati nella cura del corpo attivi sin dall’antichità: le terme sulfuree di Agamennone a Balçova (un distretto della città metropolitana), le sorgenti sacre e l’ospedale psichiatrico (forse il primo della storia) di Asklepion vicino a Pergamon, le terme già ellenistiche di Allianoi però proprio quest’anno deliberatamente sommerse in seguito alla costruzione di una diga. L’area dell’expo propriamente detto sarà invece a İnciraltı: un sobborgo sulla costa, verde e vivibile, ben collegato al contesto cittadino e ideale per un successivo sviluppo urbano, pronto ad accogliere i 39 milioni di visitatori previsti da aprile a ottobre 2020. Sempre che stavolta Izmir riesca a spuntarla: ma se ce l’avesse fatta nel 2008, Milano si sarebbe risparmiata guai e figuracce internazionali.