Sms dell’assessore De Bona ieri pomeriggio: la liuteria di Cremona riconosciuta dall’Unesco! E il discorso si sviluppa: frecciata alla minoranza assente al convegno sui musei: “Evidentemente non hanno bisogno di ascoltare. Noi sì, non abbiamo la verità...

Creato il 06 dicembre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

violin scroll (Photo credit: mitch98000)

English: Models for violin briges made by Antonio Stradivari Italiano: Modelli di ponticello per violino di Antonio Stradivari (Cremona, Museo Civico) (Photo credit: Wikipedia)

“Patrimonio dell’umanità per il saper fare liutario – ha poi aggiunto al telefono l’assessore cittadina alla cultura Irene Nicoletta De Bona – Abbiamo presentato l’istanza nel 2011, eravamo l’unica candidatura italiana e oggi abbiamo avuto la conferma che la nostra proposta di inserire la liuteria come patrimonio immateriale dell’umanità è stata accolta. Spero che questo sia solo l’inizio della rinascita culturale e turistica della città. Come ti ho

L’assessore alla cultura Irene Nicoletta De Bona

detto più volte, dietro alla liuteria possiamo proporre tutto il sistema di qualità di Cremona, ma quella è la cosa che ci fa unici al mondo. E’ il nostro famoso rompighiaccio! Sono proprio felice, non per me ma per Cremona. E spero che si cominci finalmente a fare sistema, perché è l’unico modo per uscire dall’anonimato e dalla crisi”.

E così sarà l’inizio di qualcosa d’importante: “Basta crederci tutti insieme! Alla fine sono due le cose che fanno la differenza: le idee e l’entusiasmo per portarle a termine. Se non ci credi non realizzi, se ci credi tutto è possibile. E’ un successo non mio, ma della tradizione liutaria della città con le sue 150 botteghe liutarie. Noi siamo capitale mondiale del violino, non è cosa da poco”.

E un tremito di sacro orrore mi scosse e visioni meravigliose mi accesero l’animo: ma saprà il sindaco suonare il violino? E così concepite la politiche culturali, con i quattro soldi del budget dell’assessore De Bona, ce la faranno a dare una volta alla sonnacchiosa Cremona che non riesce neanche a spaccarsi polemicamente su niente?

C’è da riflettere. Anche sull’assessore, accusata centomila volte, pure qui, oltre che dall’opposizione del consigliere del Pd Daniele Bonali: ormai i duelli Bonali-De Bona sono diventati un classico, in cui però si vorrebbe che alla fine la svolta ci fosse.

Capitale mondiale del violino! Violino vuol dire mille cose, è uno strumento, un simbolo, il violino è demoniaco – quanto ci ha lavorato la fantasia dei letterati – quanto paradisiaco, romantico e ribelle, dolce e sereno, ha una storia sfavillante, è uno strumento vulcanico che non perde mai grazia e quando vuole ferocia. Che cosa non sa dire un violino? Che cosa non si può costruire e realizzare nella città capitale mondiale del violino?

Strumento dell’era rinascimentale, di origine araba, musulmana, costruito e perfezionato in vari modi da Gasparo da Salò (Brescia), ma con risultati che erano solo l’inizio della grande storia che ha portato Cremona a eccellere nel mondo con i suoi grandi maestri liutai.

E adesso si farà sistema come sostiene De Bona? La quale riprende la parola e mi rimprovera: “Mi hai deluso, dovevi esserci al convegno dei musei. Ci siamo andati umilmente, per ascoltare, comprendere. Non abbiamo assolutamente la presunzione di avere la verità assoluta in mano, quindi ascoltare chi è primo nel mondo credo che possa fare a bene a tutti”. Incassiamo il colpo e stiamo zitti che è meglio.

Ma l’assessore, senza alcuna aggressività, semplicemente riferendo un dato aggiunge che “non c’era nessuno della minoranza”. Ahi Bonali, dov’eri, dov’eri? Critichi e poi manchi al convegno? Noooo!

Però qualcuno di sottecchio sussurra che il convegno è stato pagato per l’80% da Giovanni Arvedi! Ma no!

Dove vuole arrivare Arvedi!?! “Nessuno è venuto, evidentemente non  hanno bisogno di ascoltare – continua rattristata Irene Nicoletta De Bona – C’era solo Corada”. Interessante. Forse come collaboratore del giornale La Provincia, alludiamo tanto per fare un po’ di ironia sull’ex sindaco, che sul quotidiano cartaceo tiene una rubrica di indubbio valore, dedicata alla storia e alla filosofia. La penna migliore del giornale è lui: sono muzioscevolista su questo.

“Forse tutti hanno la presunzione più di sapere, noi no”. E insiste: “E smettiamola di lamentarci, di piangerci addosso: uno dei problemi di Cremona è questo, la cultura del lamento”. Ma perché lamentarsi se c’è anche il museo del violino, che cosa si vuole di più? “L’uno farà da cassa di risonanza all’altro” alludendo al riconoscimento dell’Unesco, conclude De Bona.

Capitale della liuteria: le sette note amano Cremona. E incombe il museo del violino che Arvedi ha realizzato e del cui uso, contesto e sistema che lo circonfonderà attraendo visitatori in città si discuterà certo ampiamente.

Qui siamo per l’arte contemporanea e una musica rivoluzionaria, non tradizionale e di tendenza borghese. Non Telemann, ma J. S. Bach. Banksy e Guerrilla Art, non vecchie muffe. Il museo del violino, però, col suo auditorium e le opportunità che offre potrà offrire irresistibili suggestioni.


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