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Snoopy and friends - il film dei Peanuts

Creato il 22 novembre 2015 da Jeanjacques
Snoopy and friends - il film dei Peanuts
Se ripenso alla mia infanzia, gran parte dei ricordi sono occupati dalla presenza dei Peanuts. Mi ci sono appassionato verso gli otto anni, prima avevo solo un pigiama che mi aveva regalato mia mamma a Natale e avevo visto qualche cartone a caso, poi in terza elementare avevo comprato il diario e lì scoprii che c'erano anche i fumetti - o strips, per essere pignoli. Fu l'inizio della fine. Non è che mi piacessero ma, come arrivai a dire a un certo punto, volevo 'vivere' dentro quelle vignette, che per quelle che erano le mie capacità espressive dell'epoca equivaleva al fatto che le ritenevo dei capolavori. E rivalutandole con gli occhi da adulto, dei capolavori lo sono per davvero, un fumetto che in cinquant'anni di vita ha saputo ritrarre scrupolosamente i tic e le manie non solo della società americana, ma anche di mezzo mondo, mettendoci quella filosofia spicciola e bambinesca che però conteneva delle grandi verità (la formula per essere felici? Avere un lago e un fuoristrada. Così quando c'è il sole e si prosciuga il lago, hai una nuova pista per il fuoristrada; quando piove invece puoi consolarti perché ti si riempie il lago). Sapere che c'era un film in lavorazione sui personaggi creati da Charles M. Schulz quindi mi aveva mandato in fibrillazione, cose che se solo anche una piccola cosa fosse andata storta sono certo che ne sarei morto dal dispiacere, perché anche se ormai ho quasi abbandonato i fumetti in generale e soprattutto le strisce dei Peanuts, rimangono un qualcosa che per me ha significato tanto.

Charlie Brown è uno sfigatissimo bambino che, fra un'umiliazione e l'altra, porta avanti la propria vita. Vita che rimane sconvolta dall'arrivo di una bellissima ragazzina dai capelli rossi della quale si innamora perdutamente...

Specifico subito: non potrò essere obiettivo sul film. E l'ho capito fin da subito, non appena è iniziato - cosa che una volta finito, nel farmi strada nella sala gremita di bambini, mi continuavo a chiedere: e ora come cacchio la scrivo la recensione? Questo perché se avete amato e 'vissuto' i Peanuts come ho fatto io, non potrete che essere ricollegati a tutto quel mondo semplice ma indispensabile che Schulz aveva saputo creare. C'è tutto, anche se citato per un breve attimo: l'albero mangia-aquiloni, il Grande Cocomero, la ragazzina dai capelli rossi, il denudamento di Charlie Brown quando gli lanciano la palla da baseball, Joe Fichetto, il banco da psicologa di Lucy e la sua gag col pallone da rugby, il Barone Rosso, la voce degli adulti effettuata con un tromnone (idea geniale dovuta dalla serie animata), Woodstock coi suoi compagni di nido, Schroeder con la sua fissa per Beethowen, la polvere di Pig Pen e persino Guerra e pace di Leone Tolstoj - libro citato in più di una strips, fra le quali c'era quella in cui Snoopy tentava di leggerlo una parola al giorno. C'è tutto e senza strafare, magari sono cose messe addirittura di sfuggita e che solo i fan più accaniti noteranno (per un attimo, durante uno dei suoi deliri mentali, Snoopy assume le fattezza del cugino Spike), ma fanno notare quanto il regista Steve Martino conosca il mondo di Charlie Brown and company e come lo rispetti in una maniera che solo un cartoonist può fare. Basti pensare a come, nonostante l'ausilio della CG per le animazioni, si sia cercato di rispettare il tratto originale dell'autore nelle espressioni e nei gesti dei protagonisti, cosa che ha tenuti impegnati Martino e i suoi animatori per quasi due anni. Certo, se mi sforzo, e ammetto che devo farlo davvero tanto, non posso non notarne alcuni difetti, come un inizio che forse è fin troppo disseminato di queste citazioni che lo ingorgano un attimo e certe parentesi che si rivelano abbastanza inutili (i deliri da scrittore di Snoopy che si fondono con le sue fantasie come combattente della Grande Guerra, senza i quali la storia poteva proseguire benissimo), unite a un 'pienone' di personaggi che magari rimarranno chiarissimi solo a chi già li conosceva, ma tutto ha una sua bambinesca delicatezza e non ce la fa a farsi odiare. Ma ripeto, sono dei difetti che rimangono e che io, da vecchio amante delle strisce, non ce la faccio a detestare, quindi un poco capisco quei maledetti nerd fan della Marvel che si infoiano per alcune citazioni. Ma a parte la tenerezza insita in questi personaggi, cos'è che rende così meritevole questo film da differenziarlo dai passati lungometraggi che sono stati realizzati su questi bambini? Fondamentalmente che si ritrae Charlie Brown come il solito perdente, magari anche un codardo, ma gli si dà una dignità insita che alla fine gli servirà da riscatto sociale, motivo per cui spero che tanti bambini vadano a vederlo e che cerchino di imparare qualcosa, anche una lezione di poco conto ma che potrà aiutarli nella vita di tutti i giorni. Perché alla fine, nonostante tutto, Charlie Brown è un buono, un onesto, che magari perirà per via di questa sua purezza, ma proprio quando gli sembrerà di aver toccato il fondo gli verrà altresì riconosciuta come merito e rivelerà agli occhi di tutti quale persona meravigliosa sia. Sono cose che accadono solo nei film e nei cartoni animati per bambini (e questo rimane un prodotto per l'infanzia fatto e finito), ma sono anche quelle piccole cose che ti fanno sperare che qualche mente fanciulla possa acquisire questi insegnamenti per far diventare, in un futuro magari non troppo lontano, il mondo un posto migliore. Perché non c'è bisogno di essere dei vincenti, quella è solo un'etichetta che la società usa a sproposito, conta solo di essere fedeli e coerenti alla propria natura.

Non mi aspettavo che un film piccolo, breve e semplice come questo riuscisse a emozionarmi così tanto. E come scrisse Schultz nel momento del suo commiato, riferendosi proprio alle sue creazioni, "non potrò mai dimenticarli".Voto: 

Snoopy and friends - il film dei Peanuts
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