Questo articolo doveva essere la recensione di Snowpiercer, un film uscito in Italia il 27 febbraio (in corea lo hanno da agosto ma che vuoi farci? Noi avevamo la grande bellezza), che parla di un treno, lo Snowpiercer, che viaggia senza sosta in un mondo distrutto da una glaciazione. Qui vivono gli ultimi sopravvissuti dell’umanità, divisi in rigide classi sociali. E i poveri, quelli che vivono in coda, cercano di ribellarsi e succede quel che succede.
Prima di vederlo avevo letto dozzine di recensioni che lo elogiavano parlando di una bellissima metafora della società. Così lo vedo e tadan… delusione grandissima.
Perché è vero che c’è una metafora della società, ma è tutto già visto.
Ultimamente i film distopici escono come funghi e sono tutti uguali o quasi. Perché la società divisa in classi la ha pure Elysium, la ha Ember, la ha pure Hunger Games (solo per citare 3 esempi tra le centinaia di film distopici tutti rigorosamente uguali). Abbiamo visto ogni forma di film distopico, umanità in treno, umanità in città, umanità in uno stato dove si fa ogni anno l’isola dei famosi 2.0, umanità in una città divisa in 5 fazioni, umanità in una città sotterranea, umanità nelle astronavi, umanità in un appartamento, umanità in un frigorifero, umanità negli scaffali vicino all’HTC M8… ma alla fine sono tutti pressoché uguali. C’è il protagonista, un mondo distopico metafora della società, e il protagonista decide di ribellarsi assieme agli altri poveri e sfortunati. E blablabla. Tutti tremendamente prevedibili, tutti profondamente uguali, tutti l’uno clone dell’altro.
Quando uscirono i primi film di questo genere erano tutti capolavori, 1984, Matrix, Blade Runner… tutti film destinati a fare la storia. Ma ora, dopo decenni, con dozzine di film apocalittici e post-apocalittici, cosa ci deve ancora dire la distopia? Perlomeno si dovrebbe concentrare su altri temi, altri ideali, altre morali, e non l’ennesima caricatura della società alla Hunger Games. Magari concentrarsi sull’Homo Homini Lupus, magari provare a costruire un’Utopia da distruggere, magari qualunque altra cosa. Penso a Melancholia di Lans von Trier ch, pur essendo apocalittico, è un vero capolavoro decisamente diverso dalla solita lagna.
Quindi per concludere con Snowpiercer dico: ma basta con queste inutili distopie finte-moraliste che alla fine si rivelano solo delle commercialate.