Una denuncia artistica.
Chi segue il bellimbusto avrà notato l’importanza data fino ad oggi alla street-art, oltre che per un discorso estetico, anche e sopratutto per i messaggi di denuncia sociale che spesso caratterizza questo tipo di arte; lo abbiamo visto nei murales-denuncia di Banksy o nelle opere a favore dei ciclisti di Peter Gibson, e volendo proseguire lungo questo percorso, oggi ho deciso di occuparmi di un artista licatese, Josè Augusto, autore di alcuni dipinti la cui caratteristica è quella di un forte impegno sociale a tutela dell’ambiente.
Nei dipinti che sto per pubblicare sono raffigurate, purtroppo, scene con cui troppo spesso ci siamo dovuti confrontare, un po per le colpe della politica, ma anche e sopratutto per il troppo poco senso civico che caratterizza noi meridionali. I cumuli di rifiuti ammirati nelle nostre città sono solo l’apice di un problema che parte dalla nostra quasi nulla coscienza ambientale, i cassonetti pieni sono l’atto finale di una malsana gestione amministrativa del problema, la leggerezza con cui si abbandona un frigorifero o si brucia la plastica delle serre è invece ciò che mi lascia esageratamente perplesso.
Nelle opere di Josè viene anche toccato il problema idrico che da decenni attanaglia la città di Licata e tutto questo lembo di Sicilia, problema che definisco politico visto che troppo spesso, quel bene primario che è l’acqua, viene posto come una merce di scambio per avere voti o favori, calpestando in questo modo la dignità di noi cittadini. I quadri sono dunque uno spaccato di verità, che realisticamente rappresentano la situazione di una città dalle dubbie vocazioni turistiche caratterizzata da una scadente gestione amministrativa; evidenziare questi aspetti non significa non amare il posto dove si è nati, semplicemente, l’opera di Josè è da apprezzare perchè aiuta ad aprire gli occhi su ciò che in realtà siamo.
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