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Social Media o Distribuzione Sociale dei Mass Media

Da Pedroelrey

La puntata di “Report” di ieri sera, con il servizio principale dedicato ai pericoli di Facebook e della Rete, ha sollevato un diluvio di commenti, prevalentemente negativi, sul taglio dato all’argomento, come sintetizza, non senza qualche inesattezza, l’Unità.

Il caso favorisce e richiede una riflessione.

Due sono fondamentalmente gli aspetti che questa vicenda evidenzia con chiarezza e che possono essere d’insegnamento per chi si occupa a vario titolo di media.

1) Il consumo televisivo non è in crisi ma addirittura in aumento nel nostro paese come dimostra la recentemente elaborazione della Nielsen.  E’ una tendenza che non riguarda esclusivamente il nostro paese nè le fasce di età più avanzata della popolazione ma è presente anche in età adolescenziale e pre-adolescenziale.

Il trend effettivamente crescente è quello della fruzione contemporanea di più media con tutti i rischi di deficit di attenzione che il multitasking comporta.

2) Chi vive la Rete con intensità, per passione o professione, spesso crede di vivere nell’era dei social media; epoca nella quale chiunque può essere giornalista, pubblicare contenuti, minacciando così lo strapotere dei media tradizionali.

Le ultime ricerche ed i dati più recenti sembrerebbero confermare invece la leadership dei mainstream media.

E’ una tendenza che Tom Foremski, autorevole [ex] giornalista del Financial Times, ha riassunto con l’acronimo di SoDOMM [The Social Distribution of Mass Media] e che l’ampiezza delle maglie del paywall del New York Times pare ulteriormente attestare.

L’attuale fase pare dunque essere nella realtà prevalentemente di distribuzione sociale dei mass media.

Se questa sia una fase transitoria verso la piena maturità dei social media o se prevarranno i poteri forti della Rete era il taglio che la indiscutibile professionalità della Gaibanelli avrebbe potuto [dovuto?] dare alla puntata di ieri sera.

Social Media o Distribuzione Sociale dei Mass Media


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