Intendiamoci: amo i social network, ma a volte trovo che in questi contesti di condivisione 2.0 la vita sia un po’ insipida, un po’ spenta.
Una volta c’era la televisione con i suoi modelli, che imponeva a tutte le donne di diventare veline e agli uomini di diventare tronisti. Con il Web la comunicazione parte dal basso e ognuno di noi ha la possibilità di essere protagonista e creare contenuti, ma alla fine che genere di contenuti creiamo?
Stupidi. Dalle frasi strappalacrime tipo: “A volte basta un attimo per scordare una vita, ma a volte non basta una vita per scordare un attimo” ai messaggi in codice per quell’unico che dovrebbe capire ma che ci dobbiamo sciroppare in 200, tipo “Sono seduta sulla riva del fiume e aspetto di veder passare il tuo cadavere”, senza considerare i noiosissimi commenti che lasciamo sulle foto di amiche un po’ zoccole con scritto “Wow che stile!” (aggiungere “da marciapiede” sarebbe brutto).
Su Facebook siamo tutti bellissimi (grazie a Photoshop), siamo tutti super simpatici (grazie alle battute scopiazzate qua e là) e soprattutto ci amiamo tutti alla follia e cvtttb.
Almeno la tv proponeva modelli irraggiungibili. Sui social gli attori siamo noi, solo che recitiamo peggio di Manuela Arcuri.