Magazine Media e Comunicazione

Social visual curation

Creato il 16 marzo 2012 da Giorgiofontana
ozio creativo e serendipityMolte teorie basate sulla progettazione didattica e sui processi di apprendimento, affermano che noi ricordiamo solo il 10% di ciò che leggiamo mentre sale al 30% in caso di memoria visiva.
La comunicazione tra animali è una comunicazione prevalentemente di tipo olfattivo e visuale, l’uno per il suo impatto subliminale, l’altro perchè la velocità di elaborazione dei recettori visivi è maggiore di quella degli altri sensi, nel momento in cui l’elaborazione del testo coinvolge un altissimo livello di astrazione come è la sua comprensione logica e culturale, la differenza diventa immediata. La decodifica del messaggio visuale sta assumendo un impatto in Internet che mai aveva avuto in precedenza; se pensiamo che fino a 10 anni fa il protocollo tcp-ip veicolava quasi esclusivamente testo ci renderemo conto che il vero cambiamento è stata l’offerta di tecnologia che potesse rendere fruibile il messaggio visivo prevalente su quello del testo. Il testo resta fondamentale per il posizionamento di parole chiave legate ad un documento e per definire la sua pertinenza nei motori di ricerca tradizionali.
Questo almeno fino a quando gli algoritmi e la potenza di calcolo non diventino comparabili a quelle del sistema nervoso di un insetto. La content curation legata al visuale sarà strategica, questo è quello che voglio significare.
Se gli algoritmi semantici, legati al riconoscimento del senso di un documento, possono essere utilizzati per la catalogazione e per la risposta a domande naturali sui motori di ricerca, la stessa cosa è impossibile, allo stato dell’arte, per i contenuti visuali, fotografie, animazioni, video.
Se utilizzate in Google immagini la ricerca per riconoscimento visivo vi renderete conto che i risultato sono esclusivamente legati al calcolo di prevalenza statistica dei colori e dei toni e mai del focus semantico, rendendo inutilizzabile, se non per un vago effetto serendipity, l’insieme dei risultati.
La serendipity è una delle caratteristiche meno osservate e curate in Internet, eppure è quello che rende diverso e affascinante il mezzo.
La serendipity o serendipità è quel teaser ecologicamente testato che tiene incollate milioni di persone ad un monitor, la serendipità è il medium specifico del web, perchè il web è una nuvola immateriale che ha bisogno di un collante fortissimo per legare tra di loro, prodotti, persone, concetti ed emozioni. In questo senso l’effetto straniante del web è, per la maggioranza dei suoi utenti, dato dal lasciarsi percorrere, guidare, restare passivi ma al tempo stesso vigili e assolutamente esigenti ed esclusivi, perchè non c’è nulla di più serio del perdere tempo.
Perdere tempo equivale a crescere, imparare, interrogarsi e, infine, trovare quel grado di libertà dal macigno della necessità e del tempo che scorre. In questo senso la social visual curation, la curatela di contenuti visivi che alimentano cataloghi, elenchi, liste diventerà, credo, sempre più importante nel web e sempre più importante nell’ambito dei social media.
La curation di elementi visivi non ha l’obiettivo di ottimizzare il tempo ma, al contrario,  quello di alimentare la necessità di ozio creativo, di transumanza lenta, di serendipità e maieutica propria del ritorno al personale e della fine delle ideologie.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :