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Società: L’Italia non sogna più

Creato il 01 giugno 2013 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

“ della patria l’amor santo e perfetto, che amor di figlio e di fratello avanza, empie a mille la bocca, a dieci il petto “.

Questi delicati versi di Vincenzo Monti , tratti dalla “ Mascheroniana “, scritti mentre il poeta era in Francia e colmi di passione per la propria terra natia, ci aiutano a ricordare meglio la nostra storia e a continuare a sognare nonostante tutto.

C’era una volta una Nazione che sognava di risollevarsi bene ed in fretta dalle macerie materiali e umane della guerra e di dimenticare il drammatico passato che aveva oscurato la vita di tante famiglie italiane colpite da lutti e da inevitabile povertà. Il desiderio di andare avanti , di ricostruire , di ritrovare e riunire gli affetti , alimentava una fede potente ed una speranza incrollabile . Giorno dopo giorno , con innumerevoli sacrifici, il Paese ha ritrovato il sorriso e le certezze che prima sembravano svanite ; dissolte nell’agone della guerra. Le enormi difficoltà ed i pericoli del conflitto bellico, avevano insegnato agli italiani a cercare ardentemente la democrazia, e a vivere per difenderla. Le dolorose perdite umane che avevano colpito tante famiglie avevano fatto comprendere ancora meglio il dono della vita. Le distruzioni di case , monumenti , opere d’arte avevano contribuito a dare maggior valore a ciò che ci rappresenta.

Un sogno ricorrente degli italiani, tra i tanti, era quello di avere una casa di proprietà e grazie ad una grande forza di volontà, sintesi di zelo, amor proprio e passione nazionale, siamo arrivati ad essere il Paese europeo con maggior numero di case di proprietà. Oggi questi meravigliosi sogni, simbolo di gioia e unione , sono diventati un autentico incubo, al punto che per sopravvivere si arriverà a svendere per poter pagare le vergognose tasse che sono state diabolicamente ideate ed applicate sulle proprietà immobiliari, in aggiunta a quelle già gravose sui redditi.

Un altro sogno assai frequente era quello di realizzare una famiglia attraverso l’unione matrimoniale; si coltivava con delicatezza ed emozione il desiderio di un indimenticabile momento da celebrare davanti al Signore, nella meravigliosa cornice che solo una chiesa può offrire con le suggestioni di un rito tanto antico, quanto attuale in compagnia degli affetti più cari , dei parenti e degli amici. Oggi sposarsi non è più importante, si può convivere; impegna meno e costa poco e se ci saranno figli, capiranno se avranno la fortuna di crescere in un nucleo convivente ancora integro, altrimenti si adatteranno al profondo egoismo dei propri genitori. Altro meraviglioso sogno era quello di ottenere la grazia della genitorialità .

Oggi si rinuncia con troppa facilità ed ignoranza alla benedizione di avere un figlio perché essere genitori oggi sarebbe complicato e priverebbe la coppia di libertà. Quanta ipocrisia e quanta ignoranza e allora si ricorre ad aborti anche ripetuti piuttosto che rinunciare ai viaggi ed alle vane comodità .

Ancora un sogno mi permetto di sottoporre all’attenzione , ovvero quello di lavorare per conquistare l’indipendenza economica e , sovente, aiutare i genitori per i tanti sacrifici fatti per educare e mantenere i figli prima, durante e dopo gli studi.

Ebbene oggi tutto ciò non coincide con la triste realtà che viviamo e le legittime aspirazioni dei giovani diplomati e laureati diventano pii desideri per la scarsità nel reperire posti di lavoro e di politiche del lavoro poco lungimiranti che mettono in serio pericolo anche quelli esistenti . Inesorabilmente il benessere ci sta logorando fino a distruggerci lentamente, nel delicato rapporto tra crescita umana e vita sociale. La famiglia tradizionale, elemento primario su cui si fonda la società, perde continuamente valore e cede il passo alle tecnologie virtuali, alle famiglie infrante da separazioni o divorzi ed alle nuove pseudo famiglie mono sesso, lontane dal vero amore che dura per sempre, e unite da puro egoismo stolto e vanitoso che dura sempre poco. Tutto ciò allontana in particolare le giovani generazioni, dal vecchio caro focolare familiare fatto di sacrifici condivisi, di amore che ascolta, vigila ed interviene quando necessario. Queste giovani generazioni confuse e lacerate dall’incertezza sul loro futuro, mal preparate dalla scuola e sovente ignorate dalle Istituzioni, sono fragili e pericolosamente vulnerabili al punto che potrebbero anche ribaltare il senso di una splendida frase di Svetonio, ovvero “ il buon pastore tosa le pecore, non le divora “.

Giovani generazioni che vivono di realtà virtuali dove tutto è permesso; dove trasgredire è espressione di creatività e non espressione di mal costume ed ignoranza; dove non si sogna più ma si vive alla giornata; dove i versi di Vincenzo Monti, che aprono queste modeste riflessioni, non infuocano più i cuori e le menti vivaci ammuffiscono davanti ad un telefonino multifunzione o ad un computer super veloce.

Vincenzo Luigi Gullace

 



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