Subire, battersi per ubbidire per primi, per vedersi alzare le bollette e pagarle oltre il 20% al privato che incassa e ringrazia. A 37 su 115 sindaci dei referendum non importa niente, è chiaro. Neanche di garantire il servizio a tutti, in provincia, in Italia e nel mondo, secondo l’idea di bene comune che sostiene il concetto di acqua pubblica. E così dal sindaco di Cappella Picenardi è giunta al presidente del consiglio provinciale questa brillante lettera. Manca il classico “obbedisco”, ma l’allegato è un atto di fede quasi religiosa. Più che discutere e capire non si cerca altro che di battere l’avversario.
Sig. Presidente, le invio questo documento con la richiesta che venga letto nella seduta del consiglio provinciale di oggi sperando che i Signori consiglieri ne tengano conto prima di esprimersi sull’argomento in questione. La informo che per mail ho ricevuto il sostegno di questi 37 comuni:
CAPPELLA DE’ PICENARDI,SPINADESCO,CALVATONE,SOSPIRO,RIVAROLO DEL RE,BORDOLANO, CORTE DE CORTESI,BONEMERSE,OSTIANO,VOLONGO,GABBIONETA-BINANUOVA,PESCAROLO ED UNITI,SCANDOLARA RIPA OGLIO,CASALBUTTANO,GUSSOLA,CAPPELLA CANTONE,VESCOVATO,ISOLA DOVARESE,CINGIA DE BOTTI,ROBECCO D’OGLIO,CICOGNOLO,DEROVERE,GERRE DE CAPRIOLI,SPINO D’ADDA,RIPALTA GUERINA,IZANO,TORLINO VIMERCATI, SERGNANO,VAIANO,CAMISANO,AGNADELLO,VAILATE,CASALE CREMASCO,RIPALTA CREMASCA,TICENGO,CREDERA – RUBIANO,PIERANICA.
Ed ecco l’allegato
Spett.le
Amministrazione Provinciale di Cremona
alla c.a. Sig. Presidente della Provincia
alla c.a. Sig. Presidente Consiglio Provinciale
e p.c.Sig. Presidente della Conferenza dei Comuni
Oggetto: Servizio idrico integrato dell’ATO cremonese. Modello di gestione.
Preso atto che in data 11 ottobre 2012 il Consiglio d’Amministrazione dell’Azienda Speciale Ufficio d’Ambito ha deliberato l’adozione del documento di variazione del Piano d’Ambito vigente, atto che contempla al suo interno la scelta quale modello gestionale di riferimento per il Gestore Unico dell’ATO della cosiddetta “società mista”;
Preso atto inoltre che a decorrere dal 1 dicembre 2012 ha ufficialmente preso avvio l’operatività di Padania Acque Gestione s.p.a. nella rinnovata strutturazione societaria, mediante la quale sono confluiti per incorporazione all’interno di tale società gestionale i rami attivi nel servizio idrico di AEM Gestioni s.r.l., di SCS Gestioni s.r.l. e di Apes Servizi s.r.l.;
Ritenuto tale processo di fusione senz’altro positivo, in quanto preserva e valorizza l’esperienza pluriennale di chi opera direttamente su ampi segmenti del servizio idrico cremonese, mirando al contempo ad una semplificazione dell’articolato quadro degli operatori del settore, che si potrà tradurre inoltre nella possibilità di accedere ad economie di scala dei costi gestionali;
Evidenziato come tale soggetto, anche in forza di un passaggio di ristrutturazione societaria di restituzione delle quote di proprietà – attualmente possedute dalle società patrimoniali pubbliche – direttamente agli enti locali, disponga di tutte le caratteristiche giuridiche, tecniche ed economiche per rivestire il ruolo di socio pubblico di maggioranza all’interno del futuro Gestore Unico che si costituirà secondo il citato modello di società mista;
Richiamato come il Piano d’Ambito dell’ATO cremonese preveda l’individuazione del socio privato di minoranza mediante procedura ad evidenza pubblica di livello comunitario, basata peraltro sulla richiesta di una serie di importanti e stringenti requisiti tecnici e finanziari, a garanzia della futura solidità della società che si farà carico dei rilevanti investimenti previsti su scala ventennale dal Piano stesso, nonché della gestione operativa dei servizi acquedottistici, di fognatura e di depurazione dell’intero territorio cremonese;
Evidenziato che l’ingresso di capitali e professionalità del mondo imprenditoriale privato entro un quadro legislativo e regolamentare in ogni caso strettamente normato e controllato dalle istituzioni pubbliche, lungi dall’assoggettare la gestione di un bene essenziale quale l’acqua a logiche di mero profitto privatistico, è prodromico alla possibilità di accedere ad un sistema di fonti di finanziamento senza il quale non sarebbe possibile sostenere con completezza e puntualità il programma di investimenti assolutamente necessario per aggiornare le infrastrutture idriche del territorio, così da fornire ai cittadini cremonesi la stabile garanzia di avere a disposizione reti ed impianti adeguati al fabbisogno;
Chiarito inoltre che il modello gestionale di società mista sopra delineato permetterà un contenimento del livello tariffario a carico di famiglie ed imprese che la gestione di proprietà interamente pubblica – schiacciata fra l’ormai strutturale carenza di risorse economiche ed i vincoli apposti dal Patto di Stabilità – non potrebbe in alcun modo difendere nel corso degli anni;
in forza di tutto quanto premesso, i sottoscritti membri della Conferenza dei Comuni
D I C H I A R A N O
di sostenere convintamente la decisione del Consiglio di Amministrazione dell’Azienda Speciale Ufficio d’Ambito della Provincia di Cremona di adottare il documento di variazione del Piano d’Ambito già proposto con deliberazioni nn. 6 e 7 del 2011 dell’ente medesimo, con particolare riferimento all’individuazione della cosiddetta “società mista” quale modello gestionale da preferirsi per la costituzione del Gestore Unico dell’ATO cremonese;
e
C H I E D O N O
al Sig. Presidente del Consiglio Provinciale nonché al Sig. Presidente della Provincia di portare a conoscenza dei Consiglieri Provinciali il presente documento al fine di mettere a disposizione tale contributo nell’ambito del dibattito che in questi giorni vede gli argomenti in oggetto al centro dell’attenzione anche dei lavori dell’assemblea consiliare.
Cremona, 17 dicembre 2012
45.284887 9.845911