Effetti collaterali
(Side Effects)
Steven Soderbergh, 2013 (USA), 106’
uscita italiana: 1 maggio 2013
voto su C.C.
La vita da sogno di Emily (Rooney Mara) viene bruscamente interrotta dall’arresto dell’aitante marito (Channing Tatum), colpevole di insider trading. Quando il peggio sembrerebbe passato – l’energumeno ha scontato la sua pena e tenta di reinserirsi nella società – la ragazza cade però vittima di una profonda depressione che la spinge a tentare il suicidio. Questo “grido d’allarme” viene colto dallo psichiatra (Jude Law) che si trova ad accudirla al pronto soccorso: l’uomo, intento ad arrabattarsi tra mille impieghi pur di mantenere un tenore di vita da newyorkese benestante, prende a cuore le vicende della affascinante Emily e inizia a trattarla, invano, con una serie di psicofarmaci. Grazie al consulto con una collega (Catherine Zeta-Jones) che aveva avuto precedentemente la ragazza in cura, entra in scena un farmaco miracoloso; i suoi effetti collaterali però…
Steven Soderbergh ha abituato i suoi aficionados ad una sorprendente capacità di adattarsi a generi radicalmente differenti, pur mantenendo uno stile ben definito. Con Side Effects il cineasta americano affronta una sfida piuttosto impegnativa, mettendo in scena un thriller atipico che cela la sua vera natura almeno fino a quando un inaspettato colpo di scena non sovverte il susseguirsi degli eventi – scena in realtà già svelata ambiguamente durante la sequenza iniziale. È difficile addentrarsi nella struttura della trama senza suggerire informazioni che svilirebbero questo coup de theatre: Soderbergh, con lo sceneggiatore Scott Z. Burns, costruisce infatti un complesso meccanismo fondato su bugie e mezze verità in cui (come da regola aurea) “niente è come sembra”.
Il principale contributo del regista è però l’atmosfera angosciante, da tragedia imminente, che caratterizza il film sin dai primissimi istanti, quando un lungo piano sequenza, speculare a quello che conclude la pellicola, ci introduce per la prima volta all’appartamento dei coniugi Martin – facendo tornare in mente ai più volenterosi persino l’incipit di Psycho. La fotografia ambrata (opera dallo stesso Soderbergh) contribuisce significativamente alla riuscita finale: allo spettatore sembra di galleggiare nei sogni inquieti della sfortunata protagonista, intrappolati nella “nube velenosa” della depressione.
Nonostante qualche debolezza (in particolare il significativo ricorso alla sospensione dell’incredulità di chi assiste, di fronte a situazioni piuttosto inverosimili), Side Effects si dimostra thriller avvincente, girato con capacità da un autore che riesce a non essere mai banale. Merce rara.
Farmaceutico.