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Sogni e mestieri rischiosi

Da Maestrarosalba
Sogni e mestieri rischiosi Il lunedì all'ultim'ora facciamo il laboratorio di lettura creativa, lo facciamo dalla prima, certo non ogni anno nello stesso giorno. Quest'anno cade di lunedì che è il primo giorno della settimana e si conclude così con leggerezza. Oggi ho preso finalmente in mano il libro di Rodari, quello illustrato da Bruno Munari, ho scelto due brevi  brani. Durante quest'attività a volte faccio anche delle domande sulla comprensione, altre volte riassumiamo,  la maggior parte delle volte dopo aver letto, semplicemente ne parliamo.  C'è sempre una richiesta forte di conversazione tra i bambini, in tutte le classi, gli insegnanti lo sanno bene. Stamani ho scelto Due sognatori e Cosa farò da grande.  Il primo testo lo abbiamo usato per capire, lo abbiamo smontato nelle sue parti e  commentato cercando di capire la differenza tra chi confonde i sogni con la realtà e chi invece s'impegna per realizzare i propri sogni.  Il secondo raccontava del professor Grammaticus, che ritrova i temi dei suoi alunni di trent'anni prima. E appunto nei temi gli alunni scrivevano cosa avrebbero desiderato fare da grandi: chi musicista, chi aviatore e chi elettricista. Tanta è la curiosità che il professore si reca a trovare i suoi ex alunni e scopre che alcuni sono morti in guerra,  altri fanno lavori molto semplici rispetto a quanto desideravano da piccoli e solo uno, che da bambino voleva fare l'elettricista, era diventato professore.
Non so come, ma  la situazione ci ha preso la mano,  ad un certo punto gli alunni con le mani alzate hanno cominciato  a dire cosa vorrebbero fare da grandi: veterinari, calciatori, maestre, negozianti, piloti... E non so come abbiamo parlato di sogni da realizzare, anzi sì lo so, era il racconto precedente e il discorso è caduto su Marco Simoncelli e tutto si è fatto silenzio e i bambini si sono guardati l'un l'altro, perchè tutti sapevano tutto e tutti avevano visto tutto. 
Ho spiegato così, sorridendo loro, che anche lui rincorreva un sogno e stava facendo di tutto per realizzarlo: il sogno di essere un campione, ho detto che in parte il suo sogno di campione lo stava già realizzando. Certo attraverso uno sport che comporta dei rischi, come l'incidente che gli accaduto ieri, e che lui stesso aveva messo in conto in qualche modo, consapevole dei pericoli.
E può succedere che la vita vada così, un giorno accade un incidente e finisce. Ho aggiunto che dobbiamo mettere comunque impegno in tutte le cose che facciamo, anche per i sogni che vogliamo realizzare, che ogni lavoro porta a correre dei rischi, ma questo non ci deve impedire di provarci.
Ho provato a non esprimere giudizi a non cadere nella retorica del destino, anche se molti bambini hanno usato quelle parole.  Certamente quando la cronaca entra in aula non è possibile far finta di nulla, continuo a credere forse erroneamente, che alla scuola spetta riequilibrare con le parole della serenità, per quel che si può, tante delle inutili parole che vengono dal vociare televisivo. © Crescere Creativamente consulta i Credits o contatta l'autrice.

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