Laura, una donna dolce e riflessiva, dopo aver cavalcato la tempesta per la fine di un amore e la vendita della casa, recupera la gioia di vivere. Quando la sua vita prende un nuovo corso, canta la sua storia che narra d'amore, magia, sogni e speranze.
La Recensione
Mi trovo in bilico tra l'entusiasmo e la delusione: grandi pregi purtroppo vengono rovinati da difetti evitabili. Colpisce subito il linguaggio molto curato, con delle chicche graziose, come il "sole di paglia" o la "bocca di zucchero"; talvolta fa capolino il dialetto napoletano, ma sempre con garbo e senza strappi; si incontrano pure termini colloquiali, che si inseriscono in scioltezza senza far eccessiva mostra di sé.La cultura di una laurea con lode emerge nelle citazioni in latino e nell'uso di termini molto precisi, spontanei e azzeccati.La narrazione è tutto sommato scorrevole e rende piacevole trascorrere un po' di tempo in compagnia di Laura e delle sue vicissitudini amorose.A rovinare il quadro contribuiscono purtroppo le virgole eccessivamente pedanti, che interrompono il ritmo della lettura allo stesso modo delle note a piè di pagina, che trovo tutto sommato inutili: kitsch e dandy sono termini che non hanno bisogno di alcuna spiegazione. In alcuni casi intervengono goffamente delle spiegazioni non richieste, nozioni buttate tra una riga e l'altra, giusto per spiegare perché il Maschio Angioino si chiama così, per esempio. Peccato che questi dettagli restino frasette in stile Wikipedia, mancando per contro di una descrizione più personale e profonda: il viaggio a New York è uno sterile elenco di negozi e opere d'arte e taxi che non restituisce affatto l'atmosfera di quello che è un immenso luna park.I dialoghi mancano di spontaneità e non riescono a restituire l'immagine di un vero parlato; le riflessioni della protagonista si dilungano eccessivamente e troppo spesso scadono nell'aforisma pure in corsivo.Nei flashback si fatica a distinguere il ritorno al presente, non essendo distinti chiaramente in quello che è un discorso che si lascia andare sulla scia dei ricordi.Un aspetto paradossale sono le pagine di vita quotidiana, certamente ben curate e caratteristiche, ma che spesso sembrano esistere per riempire spazio: non hanno collegamenti evidenti con la trama, non introducono avvenimenti degni di nota, non spiegano dettagli importanti che altrimenti sfuggirebbero. Al contrario, eventi di maggior spessore vengono trattati superficialmente, con un raccontato che non mostra affatto.Infine, manca il dramma, l'aspettativa, il desiderio, il colpo di scena - mancano nel posto giusto, dove possano creare attesa o trepidazione, dove possano davvero coinvolgere. Tutto sommato il susseguirsi degli eventi non presenta sorprese e quelle che vorrebbero esserci vengono rovinate da una introduzione poco efficace.Ecco che quello che aveva le carte in regola per essere un romanzo ben scritto viene sminuito da nei fastidiosi che lasciano un grande senso di insoddisfazione. Peccato, davvero.
Giudizio: +2stelle+
Articolo di Pythia
Dettagli del libro
- Titolo: Sogni tra i fiori
- Autore: Mariagrazia Buonauro
- Editore: CSA
- Data di Pubblicazione: 2010
- ISBN-13: 9788896703038
- Pagine: 128
- Formato - Prezzo: Brossura - 13.00 Euro