Come ha fatto il Vaticano a costruire un impero segreto di proprietà usando i milioni di Mussolini? Il papato ha usato i paradisi fiscali e le società off-shore per creare un portafoglio internazionale da oltre 600 milioni di euro.
Eppure questi edifici, in uno dei quartieri più ricchi di Londra, fanno parte di un sorprendente e segreto impero commerciale di proprietà del Vaticano.
Dietro ad una struttura di finte società off-shore, il portafiglio internazionale della Chiesa è cresciuto, usando i soldi originariamente consegnati da Mussolini in cambio del riconoscimento papale del regime fascista italiano nel 1929.
Da allora il valore internazionale del grussolo mussoliniano ha continuato a crescere fino a superare i 600 milioni di euro. Nel 2006 il Vaticano ha speso circa 20 milioni di questi euro per comprare l’edificio al numero 30 di St James’s Square. Altre proprietà in Gran Bretagna sono il 168 di New Bond Street e nella cittadina di Coventry. La Chiesa possiede anche blocchi di appartamenti a Parigi e in Svizzera.
Gli investimenti derivanti dal denaro di Mussolini sono attualmente gestiti da Paolo Mennini, funzionario papale a Roma, che si rivela essere, quindi, il vero e proprio banchiere del Papa. Mennini è a capo di un’unità speciale all’interno del Vaticano, conosciuta come Divisione Straordinaria dell’APSA (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica), che gestisce il cosiddetto “patrimonio della Santa Sede”.
Secondo un rapporto del 2012 del Consiglio Europeo, che ha esaminato i movimenti finanziari del Vaticano, i beni dell’unità speciale di Mennini supererebbero i 680 milioni di euro.
Mentre il segreto sulle origini fasciste della ricchezza del papato avrebbe potuto essere comprensibile in tempo di guerra, ciò che è meno chiaro è il motivo per cui il Vaticano abbia continuato a mantenere il segreto sulle sue attività in Gran Bretagna.
[Fonte: The Guardian]