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Soldi rubati al lavoro

Da Brunougolini
C'è, al tavolo delle trattative sulla riforma del lavoro, un'estenuante ricerca di risorse economiche per sovvenzionare un nuovo sistema di ammortizzatori sociali. Un libro potrebbe offrire preziosi suggerimenti, quasi anticipando l'allarme anti-corruzione lanciato dalla Corte dei conti. E' “Soldi Rubati”, edito da Ponte delle Grazie. L'autrice, Nunzia Penelope, giornalista, lo ha già presentato in numerosi talk-show televisivi. E' una lunga inchiesta su un'enorme quantità di ricchezze, disperse in mille rivoli, anzi fiumi. Tesori da recuperare che potrebbero servire all'Italia non solo per debellare lo spread ma per dare risposte all'esercito dei precari in attesa, per respingere lo spettro della recessione.
Negli undici capitoli, per 330 pagine, la Penelope illustra una serie implacabile di impressionanti cifre sui costi dell'evasione fiscale, ma anche del lavoro nero, dei morti sul lavoro, delle ecomafie e delle mafie, dei condoni, delle contraffazioni, della corruzione.
Mi fermo sul capitolo "morti sul lavoro". Sono stati 1080 nel 2010. Ogni giorno 3 persone muoiono sul lavoro e 27 restano invalide a vita.. Secondo il Censis 4 milioni di imprese, il 38%, presenta alti tassi di insicurezza, mentre il 27% risulta irregolare. Solo il 35 sono nella norma. Tra invalidi per incidenti sul lavoro, indennità, assicurazioni, cure mediche si perviene a un costo, osserva l'autrice, pari, ogni anno, a 43 miliardi, ovverosia al 3,21 per cento del Pil. Solo gli indennizzi per le vittime sono stati 6 miliardi nel 2009. Sarebbe possibile ottenere grandi risparmi, se si conducesse una lotta seria su questo fronte. Cominciando col contrastare le correzioni operate dal centrodestra alle misure varate dal precedente governo Prodi. Con grandi vantaggi anche per la produttività delle imprese (altro che il tabù dell'articolo 18). Una diminuzione del solo uno per cento degli incidenti sul lavoro, ha calcolato l'Eurispes, porterebbe a un risparmio di 438 milioni di euro, e se fosse del dieci per cento a un risparmio di 4,4 miliardi. Con grandi vantaggi dei protagonisti di queste stragi annuali, donne e uomini per i quali il lavoro può diventare una trappola infernale (come hanno raccontato al recente processo sull'amianto-killer).
E' solo un pezzo dell'accurata inchiesta. Altri dati raccontano dell'evasione accertata, ma non recuperata, e che ammonta alla stratosferica somma di 450 miliardi di euro. Mentre Il lavoro nero produce una ricchezza che ammonta a 154 miliardi, pari al 7 per cento del Pil. 500-700 miliardi di euro lo stock di capitali italiani nascosti all'estero. La presenza delle organizzazioni criminali è costata, tra il 1977 e il 2007, la perdita di 15-20 punti di Pil pro capite. E' un viaggio quello di Nunzia Penlope che dimostra che se la legalità trionfasse, nel lavoro e negli affari, non staremmo qui a inseguire affannati gli imperativi della signora Merkel.
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