Maestri d’ascia: Michele Maresca dei Galli, costruiva in una bottega “
sopra Ripa di Cassano“,Mastro Alduccio a Iommella Grande, Mastro Antonino e Mario Cafiero a Meta,Mastro Angiulillo del Resegone,Mastro Ciccio Scuppetta di via Cassari,Mastro Gambardella della Marina del Purgatorio,Mastro Mario Amitrano di Cassano, ho voluto dare inizio a questa mia recensione rendendo omaggio a questi artisti del mare della mia terra,la Penisola Sorrentina, che con il loro talento e sacrificio hanno realizzato durante la loro esistenza imbarcazioni, anzi, “legni”,come ho appreso nel testo di De Pasquale, splendidi come opere d’arte che ancor oggi solcano il mare , sopravvissuti alla vetroresina, all’ingordigia della teredine e all’ignoranza dell’uomo. Questo saggio è un viaggio breve ed affascinate su di una feluca, trasportati dal vento della tradizione si viaggia sottocosta, rapiti dall’eleganza della storia marinaresca. Il testo di Enzo De Pasquale è perfetto per coloro che intendono conoscere la storia della tradizione marinaresca sorrentina, la narrazione è scorrevole mai appesantita ma anzi arricchita da termini nautici, poesie, fotografie d’epoca. Dopo aver letto il testo anche un tirolese saprà distinguere una feluca da una tartana, una lanzetella da spasso da un gozzo “
cu’ a vanca che perde“. Avrà appreso della difficile arte del calafataggio, saprà quale legno è meglio adoperare per costruire una buona barca,di quercia o di pino?Qual’è il periodo migliore per tagliare l’albero? Che stagionatura avrà il tronco. Avrà imparato a conoscere la mena ,le chiavarde,i vrialoni, la mazzuola, il ribuzzo. Gli sembrerà ad un tratto di vedere come se fosse al cinema, scene di maestri d’ascia intenti a segare, tagliare, dipingere, contrattare con gli zingari il ferro, mercanteggiare il prezzo e la qualità del legno. Varare un bastimento o caricare una tartana di buon olio di Massa. Imbarcare turisti anonimi o famosi come
Enrico Caruso e
Benedetto Croce ed a tutti il mozzo chiederà qualche soldo per le anime del purgatorio. Il “legno” è in acqua,l’ancora salpata,le vele armate i sogni dei marinai seguono le onde infinite del mare.
di Luigi De Rosa – Libreria L’Indice
Meta di Sorrento,foto di Ciro Ruggiero
…sul Mare di Erri De Luca
Chi è nato e cresciuto sul mare e poi vive in entroterra è un po’ più sordo degli altri.
Una parte dell’orecchio è fissata a un suono mancante.
E’ un po’ più cieco degli altri.
Il tratto d’orizzonte dove il suolo improvvisamente smette in faccia all’immensità, è stato definitivamente assegnato a una porzione di pupilla che non può più essere riconvertita ad altra messa a fuoco che non sia quella chiamata in gergo “infinito”.
Ho dato spalle al mare. Ho estratto dalla pazienza del corpo l’ultima delle sue prontezze, scalare rocce. Ho messo le mani su nobili sommità alpine, ma il più intenso tenersi ad appigli lo assaggio sulle falesie a mare. Là il mare è alle spalle, ma soprattutto sta sotto i piedi e dondola e ringhia e non placa ma aizza l’abisso salito.
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