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Nasco rockettaro e per me l’assolo di chitarra (il “solo”) è e rimarrà sempre qualcosa di fondamentale.
Purtuttavia col passare degli anni ho sviluppato una diversa sensibilità verso gli assoli, il che mi ha portato a svalutare gente che pensavo esagerata e a rivalutare gente che pensavo poco più di un cane.
Questo perché l’assolo è composto da molte componenti, ognuna importantissima. Con la maturità arrivi a dare pesi più equilibrati alle diverse componenti. E quindi il mix che compone un assolo si modifica con tutte le conseguenze del caso. Andiamo a cercare di elencare quelle che io considero le componenti determinanti. Chiarimento: non sono un tecnico né un musico, quindi andrò alla cazzo di cane come pare a me.
La creatività
Ogni assolo è come se fosse una composizione. Un pezzo strumentale all’interno di una canzone. Il chitarrista bravo “scrive” l’assolo nota per nota, decide come inizia (magari come creare tensione, come introdurre il tema principale), come si svolge (quanto veloce, che scale usare, le tecniche, i collegamenti con la melodia base della canzone) e come finisce. Se deve essere più energico o più lirico, se deve avere una linea melodica memorabile o solo integrare quella della canzone. Insomma gli assoli PRIMA DI TUTTO si scrivono. Diffidate degli improvvisatori assoluti. Va bene una svisata in jam session ma quando siamo in sala d’incisione l’assolo va “progettato”.
La tecnica esecutiva
Deve essere adeguata all’assolo che si intende effettuare. Chi sa di essere superveloce o di saper usare a manetta lo sweep-picking può cimentarsi in scale pirotecniche, chi sa di essere un po’ più limitato deve puntare su altri aspetti (la melodia, le distorsioni, gli effetti). Non importa chi è più veloce ma chi mette la propria tecnica al servizio della canzone e dell’assolo che ci sta dentro. Brian May, che non è esattamente uno shredder, pone gli assoli come vere e proprie integrazioni del cantato di Freddie Mercury, te li ricordi nota per nota. E lo fa con la propria tecnica e con il proprio suono”. Molti lo schifano, ma averne.
La personalità
Ogni chitarrista che ambisca ad essere ricordato deve essere riconoscibile da subito. Che lo faccia scegliendo un suono inimitabile (Mick Ronson, Carlos Santana) o una tecnica a proprio uso e consumo (l’hammering di Van Halen, gli armonici di The Edge, gli arpeggi di Knopfler) non importa. Chi ha personalità spicca, tutti gli altri (anche più bravi tecnicamente eh) vanno a fare numero. Chi si ricorda dei Warren De Martini o dei Chris Impellitteri? Nessuno. Molti invece sanno chi è George Lynch o Yngwie Malmsteen. Criticabilissimi ma immediatamente riconoscibili.
La passione
E qui si entra molto nel soggettivo. Dopo anni e anni di ascolti penso si possa arrivare a riconoscere se l’assolo trasuda di passione o se è una cosa fredda messa lì, magari con garbo e bravura ma sempre fredda. Esempi? L’assolo di Like a Hurricane di Neil Young (non esattamente un mostro di tecnica) trasuda passione, alcune cose di altri due non esattamente tecnici come Lee Ranaldo e Thurston Moore pure, l’assolo di Beat it di Eddie Van Halen (peraltro mio idolo) invece assolutamente no. Lo stesso Eddie che mette passione nelle cose personali (sentire l’assolo di Little Dreamer), non ne mette se “prezzolato” da Michael Jackson.
Invito i miei pochi aficionados ad aggiungere “componenti”.
E una cosa mi preme sottolineare. M’inkazzo come una bestia quando su youtube vedo video di ragazzini di 12 anni o di aspiranti shredder che mostrano quanto sia facile replicare Eruption di Van Halen o l’assolo di Flying high again di Randy Rhoads o l’assolo di Confortably numb di David Gilmour. Ma bravi! Magari esercitandosi a manetta per tre mesi alla fine vi riesce davvero. E magari nei commenti trovate gente che scrive cose tipo “ellapeppa, anche un ragazzino sa suonare queste cose qua…..”. Ma la cosa da tenere sempre a mente è che quegli assoli sono stati scritti da qualcuno. E chi copia pedissequamente la gioconda di Leonardo non diventa Leonardo solo per essere un grande copiatore. Capito?
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