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Solo il tempo di morire, di Paolo Roversi

Creato il 18 agosto 2015 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

solo il tempo di morire_coverTitolo: Solo il tempo di morire
Autore: Paolo Roversi
Anno di pubblicazione: 2015
Pagine: 461
Casa editrice: Marsilio
Genere: Noir
Formato: Cartaceo ed e-book

Trama (dal sito dell’editore):
Prima che Milano diventi la città da bere qualcuno deve conquistarsi il proprio posto al sole sotto la Madonnina. In lizza ci sono tre banditi con le rispettive batterie, e uno sbirro cocciuto e implacabile pronto a contrastarli. Sullo sfondo, la Milano degli anni Settanta e Ottanta, la città rossa, teatro di una lotta senza quartiere per la supremazia fra grandi organizzazioni criminali e nascenti bande spietate. Ognuna col proprio sogno terribile e ambizioso: Faccia D’Angelo, il Catanese e il bandito dagli occhi di ghiaccio, tre uomini molto diversi che si contendono la supremazia su una metropoli fatta di rapine e gioco d’azzardo, di bische e rapimenti, di bordelli di lusso e di ruffiani, di bombe e morti ammazzati, di camorristi e mafiosi, di donne bellissime e pericolose, di auto potenti e abiti sartoriali ma, soprattutto, di fiumi di cocaina e denaro. Un romanzo che è una corsa a perdifiato dal 1972 al 1984, dodici anni di storia criminale che hanno cambiato faccia alla città e all’Italia. Una vicenda epica e di straordinaria potenza narrativa: la travolgente e sanguinosa epopea della mala milanese nel “romanzo criminale” della metropoli lombarda.

Giudizio:
Paolo Roversi è senza dubbio uno dei più interessanti esponenti della letteratura gialla delle nuove generazioni. Nelle ultime due esperienze narrative, si è dedicato a ricostruire la storia della “mala milanese”: facendo proprio l’insegnamento di De Cataldo – autore del celeberrimo “Romanzo criminale” – ha narrato una pagina tragica quanto indimenticabile dalla storia italiana, arricchendola di suggestioni e stati d’animo, con una capacità narrativa davvero sorprendente.
“Solo il tempo di morire” è il sequel di “Milano criminale”. Le vicende descritte cominciano proprio là dove si interrompeva il precedente romanzo (ambientato negli anni sessanta). Facciamo così la conoscenza della “Milano da bere” degli anni ‘70: una sorta di Far West in cui droga, sesso e violenza prosperano in maniera incontrollata. In questo contesto, tre personaggi senza scrupoli – Franco Tarantino, Agostino Ebale e Roberto Vandelli – mettono in atto uno scontro epocale diretto al controllo della metropoli, contrastati dal risoluto poliziotto Antonio Santi. Dietro questi nomi fittizi, in realtà, si riconoscono personaggi realmente esistiti: le lettere iniziali di nomi e cognomi rimandano infatti a Francis Turatello, Angelo Epaminonda e soprattutto al “bel René” Renato Vallanzasca.
Il romanzo si legge tutto d’un fiato. La trama si svela armoniosamente: omicidi e scene d’azione dividono equamente lo spazio con momenti più intimi, in cui anche il romanticismo vuole la sua parte.
Il merito più grande dell’autore è quello di riuscire a far rivivere dei personaggi del passato più o meno recente, rendendoli credibili ed intensi, descrivendo nel contempo le loro piccole e grandi contraddizioni.
Lo stile della narrazione è rapido e tagliente, il ritmo deciso ed incalzante lascia il lettore senza fiato. Lo slang della mala (per cui “la dura” è una rapina e la “casanza” è la galera) accompagna la narrazione senza mai diventare ossessivo, così come la musica dell’epoca: le canzoni degli anni ’70 ed ’80 fanno da corollario ma anche da colonna sonora alle vicende descritte.
Roversi riesce così a raccontare mirabilmente la storia di un decennio di sangue e pallottole, con un’accurata esposizione dei fatti, mantenendo il giusto equilibrio tra la realtà storica e l’invenzione romanzesca.

Paolo Roversi
Sull’autore:
Paolo Roversi è nato nel 1975. Scrittore, giornalista e sceneggiatore, vive a Milano. Ha pubblicato quattro romanzi gialli con protagonista il giornalista hacker Enrico Radeschi: La marcia di Radeschi (Mursia), La mano sinistra del diavolo (Mursia, Premio Camaiore di Letteratura Gialla 2007), Niente baci alla francese (Mursia) e L’uomo della pianura (Mursia). Gli altri suoi romanzi sono Taccuino di una sbronza (Morellini), L’ira funesta (Rizzoli) e Milano Criminale, appena ripubblicato in edizione tascabile da Marsilio. I suoi libri sono tradotti in Francia, Spagna, Germania e Stati Uniti. Collabora con quotidiani e riviste ed è autore di soggetti per serie televisive e cortometraggi. È fondatore e direttore del NebbiaGialla Suzzara Noir Festival e del portale MilanoNera.

Piergiorgio Vigliani



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