In occasione del convegno IAB Forum 2014, Audiweb ha presentato i dati di scenario sull’audience online in Italia, con un focus sui trend degli ultimi anni, sulle abitudini di consumo degli utenti online e sul crescente valore dei device mobili.
Emerge come via sia un crescente utilizzo delle app che ormai rappresentano il 59% del tempo speso online ed addirittura quasi la totalità [84%] del tempo speso da mobile. Trend che pare affermarsi a livello globale e che potrebbe rivelarsi preoccupante come ulteriore elemento di limitazione d’espressione.
Ma quali sono le app che hanno maggior successo in termini di utilizzo come numerosità di persone e tempo speso nella fruizione? La risposta viene dai dati delle “top apps nel mese di settembre” . Dati che ho elaborato nell’infografica sottostante dai quali emerge come a livello di utenti unici e di penetrazione di utilizzo la “messaggistica social”, con WhatsApp, Facebook, aka IL social network mainstream, e Google, con la search, siano in vetta alla classifica. Classifica che, come noto, non vede al suo interno nessuna applicazione di news ad esclusione di quella dedicata al meteo.
Ancor più interessanti sono i dati relativi al tempo speso con ciascuna delle app. In base a questo parametro, che rappresenta l’aspetto qualitativo del dato in termini di coinvolgimento delle persone, Facebook & Co, il social network ed i suoi diversi brand ed applicazioni, la fanno da padrone schiacciando anche il gigante di Mountain View.
La settimana scorsa, durante la presentazione della ricerca sui “new media” [poi un giorno ci decideremo a smettere di definirli “new”, eh!], Silvio Siliprandi, ceo di Gfk Eurisko, ha concluso affermando che: «Siamo di fronte a un cambiamento epocale in cui si passa da rapporti di tipo verticale a rapporti fra pari, da una società basata su atti di fede a una basata su atti di fiducia e questo significa che bisogna ricominciare: sia i brand sia gli editori» E a proposito di questi ultimi fra le esigenze a cui devono rispondere c’ è quella della semplificazione: «Sapete chi guadagna veramente su internet? I solutori di complessità. Chi come Google aiuta a trovare le cose in un contenitore mega complicato o come Facebook che semplifica le relazioni fra le persone. Lo stesso vale per i mezzi di comunicazione, il cui compito sarà quello di organizzare in modo sintetico i contenuti e servizi che interessano le persone».
Il presente, ed il futuro, è dei solutori dei complessità. Se preferite, in ambito editoriale, chiamatela content curation. Buon lavoro.