Somewhere (Somewhere)
Genere: Drammatico
Regia: Sofia Coppola
Cast: Stephen Dorff, Elle Fanning, Chris Pontius, Michelle Monaghan
2010
98 min.
Di Valentina De Brasi. A quattro anni di distanza da Marie Antoinette, coloratissima biografia pop della celeberrima sovrana francese (potete trovare qui la nostra recensione), Sofia Coppola torna dietro la macchina da presa con un film che azzarda un passo più lungo della gamba, finendo per inciampare.
Somewhere è la storia di un uomo, la star di Hollywood Johnny Marco (Stephen Dorff), e della monotona vita che conduce, fatta di donne e festini, intervallata solo da conferenze stampa e servizi fotografici. Quando, però, è costretto a doversi occuapare dell’undicenne figlia Cleo (Elle Fanning), qualcosa inizia a cambiare.
Il proposito con cui parte la Coppola è positivo: raccontare il risveglio di un uomo dal torpore di un’esistenza vuota, che brilla solo sotto la luce dei riflettori. Ma la narrazione fa fatica ad ingranare. Nella prima mezz’ora lo spettatore è bloccato in un susseguirsi di immagin
i che scorrono lente, non destando per nulla l’attenzione di chi sta guardando. Tale lentezza non è casuale, anzi è una scelta consapevolmente compiuta dalla regista, per mettere in risalto l’anonima vita privata di una persona assolutamente non anonima (come vediamo nella scena dell’ascensore al leggendario Chateau Marmont, in cui Benicio del Toro racconta al nostro protagonista di come abbia conosciuto Bono proprio nella stanza in cui Johnny alloggia). Tuttavia questa monotonia risulta troppo pesante da digerire e, più di una volta, non faremo fatica a distogliere lo sguardo dalla scena.A portare un po’ di brio sullo schermo arriva la piccola Cleo, che subito è una boccata d’aria fresca per la narrazione. E del suo arrivo non possiamo che essere lieti. Perchè come Cleo ravviva il mondo del padre, allo stesso modo porta luce ai nostri occhi, rendendo più gradevole il resto della storia, tra viaggi in Italia per ritirare un Telegatto (qui arrivano le partecipazioni di Laura Chiatti, Valeria Marini e Nino Frassica), colazioni fatte in casa e sfide a Guitar Hero.
Così, anche se non è chiaro il momento in cui accade, nella testa di Johnny si accende una lampadina: non si sa se durante il pianto giustamente accusatorio della ragazzina o in una delle notti trascorse in Italia, mangiando gelato sotto le coperte e guardando un episodio di Friends; o, ancora, nella richiesta di lui di trascorrere insieme un giorno in più. Resta il fatto che la lampadina si illumina e a premere l’interruttore è proprio Cleo: lei che diventa l’inconsapevole artefice di un cambiamento.
Somewhere, Leone d’oro come miglior film alla 67esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (qui il programma di questa 71esima edizione), si presenta come una pellicola dalle pretese intimiste, che fallisce, però, proprio dove vorrebbe brillare: nel voler mostrare questa intimità senza entrare davvero in sintonia con essa.
Nonostante le buone interpretazioni dei due protagonisti, il bravo Stephen Dorff e la sorprendente e giovanissima Elle Fanning, nonostante la voglia di raccontare il formarsi di un tenero legame padre-figlia e nonostante i buoni propositi nel portare sul grande schermo una storia tratta dalla propria esperienza personale, Sofia Coppola, questa volta, non fa centro, lasciando indietro quella marcia in più che sempre la caratterizza e che di lei tanto ci piace, creando un film irrisolto, che inizia e finisce “da qualche parte”.
★★½