Chi si è recato nei mesi estivi al MAXXI, il Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma, ha trovato qualcosa di inatteso e sorprendente. Nello spazio antistante l’ingresso, infatti, si è materializzata una collinetta verde, con tanto di panche e chaise longue integrate nel terreno, sulla quale sono “cresciuti” dei magnifici papaveri giganteschi che di notte si illuminano e diventano dei lampioni molto speciali. A completare il tutto, uno specchio di acqua corrente dove i bambini, ma anche qualche adulto, sciacquettano con i piedi in cerca di un po’ di frescura.
È l’installazione creata dal gruppo italiano stARTT che ha vinto lo YAP, Young Architects Program, il programma per la promozione dei giovani talenti istituito a New York dal MoMA nel 2000 e che per la prima volta quest’anno ha coinvolto il MAXXI.
Il titolo dell’opera è Whatami, da “What am I”, che era il primo puzzle inventato nel 1767 dal cartografo John Spilsbury a scopo ludico-didattico per insegnare la geografia. Il nome scelto dagli autori, quindi, vuole essere anche un omaggio alle mappe geografiche di Alighiero Boetti a cui è dedicato il piazzale.
Sarà pure un’installazione, ma è ormai diventata un luogo dove in tanti vanno a rilassarsi, a prendere il fresco, quando c’è, e a contemplare le linee sinuose del museo. Farà bella mostra di sé fino al 16 ottobre. Dopo di che, sarà smantellata e donata alla città per essere riutilizzata.
Se potete fateci un salto: merita.
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