Pochi giorni fa davamo la notizia di un sondaggio Gallup che rivelava come il 70% degli studenti universitari degli Stati Uniti vedeva il rapporto “scienza e religione” come non conflittuale ma indipendente o collaborativo (cfr. Ultimissima 2/6/11). Il 3 giugno 2011 ha replicato con un altro sondaggio, questa volta rivolto a tutta la popolazione americana, a cui è stato semplicemente chiesto se “credesse in Dio“.
Nel Paese leader per il progresso scientifico-tecnologico, contrariamente all’opinione di ogni buon ateologo, il 92% ha risposto “si” e il 7% ha detto di “no”. Sostanzialmente più di 9 americani su 10. In quasi 70 anni, nonostante la pressante campagna di secolarizzazione, i credenti sono diminuiti del 4% e i non credenti sono aumentati del 6%. Parliamo di credenti, anche se in realtà sappiamo che l’81% è cristiano, di cui il 24% cattolico.
La fede in Dio scende al di sotto del 90% tra i giovani dai 18 ai 29 anni e risale al 94% dopo i 30 anni, nel cuore della maturità della persona. Scende all’87% anche in coloro che sono in possesso di un dottorato, mentre sale al 94% per chi è laureato rispetto a chi è semplicemente diplomato (92%).
Nel 2006, in un sondaggio simile, i ricercatori hanno chiesto agli intervistati se avessero dubbi sulla loro posizione. Il 73% si è dichiarato “certo” dell’esistenza di Dio, mentre il 19% ha detto di avere dei dubbi, pochi (il 14%) o molti (il 5%). Anche tra quel 7% di non credenti sono state espresse delle perplessità: infatti, il 4% ha detto che “probabilmente Dio non esiste, ma di non essere sicuro”, mentre solo il 3% ha detto di “essere certo dell’inesistenza di Dio“.