Discutendo con una collega d'università , ci siamo trovati a parlare del valore legale del titolo di studio. Anche se chiamati direttamente in causa, ci siamo accorti di saperne poco e nulla.
Del nulla evitiamo di discutere, ma quel poco che sapevamo, da dove proveniva?
Già in passato, il valore legale del titolo di studio era stato oggetto di dibattito politico. O meglio, del dibattito politico all'italiana: sei Pro o sei Contro? I Pro otterranno finalmente giustizia mentre i Contro sono una casta! La lobby dei Pro assalta il valore legale etc. etc..
Ma in cosa consiste il Valore Legale del titolo di studio? Semplicemente, è¨ una procedura che prevede il riconoscimento ufficiale da parte di un'autorità del titolo di formazione conseguito. A seguito di questo riconoscimento, si potrà accedere a concorsi pubblici e ad albi professionali.
Dal 22/03/2012 è disponibile online sul sito del MIUR - un questionario che vuole raccogliere le opinioni della cittadinanza in merito alla questione. Un questionario che di fatto ripropone lo scontro tra abolizionisti e favorevoli al valore legale.
Nello specifico, i quesiti proposti dal Miur riguardano tre ambiti: professioni regolamentate, pubblico impiego e titoli di studio.
Diranno alcuni, cavalcando l'onda delle democraticità dello strumento del sondaggio:"Wow, il ministero si interessa delle mie opinioni in materia"�, mentre i più maligni osserveranno che è l'ennesimo conflitto d'interessi di questo governo tecnico che fa il filo alla propria rete universitaria privata�.
Il linguaggio del quesito è formalmente unidirezionale, come ha fatto notare la Rete di ricercatori italiani 29 aprile. Ad esempio, nel quesito 12 : " Per quali finalità ritenete possa essere utile una differenziazione tra titoli di studio nominalmente equivalenti?" � nel caso in cui siate favorevoli all'abolizione del valore legale del titolo di studio, la risposta è solo da scegliere. Nel caso in cui invece foste contrari, sta a voi argomentarla.
Ma a chi conviene, di fatto, l'abolizione del valore legale del titolo di studio?
A chiunque rientri nel business dell'istruzione privata. Infatti, a seguito dell'eventuale abolizione, si vorrebbe istituire una commissione pronta a classificare gli atenei e a direzionare soldi pubblici. Ma come al solito, non sarà dato sapere chi farà parte di questa commissione, come opererà le proprie scelte e quali saranno le discriminanti nella classificazione dell'ateneo.
In pratica, l'ennesimo ritorno del progetto di privatizzazione dell'istruzione, a danno del pubblico per favorire il privato.
Inoltre, questione non del tutto indifferente, il sondaggio si trasformerà nell'ennesima lotta tra solamente chi è direttamente interessato alla questione: da una parte i favorevoli all'abolizione - con i privati in testa e" dall'altra chi vuole mantenere lo status quo, con l'università pubblica in prima linea. Questo sondaggio sarà veramente un esempio di democrazia o l'ennesimo scontro dall'esito già determinato?