Sondaggio Miur: dovete pensarla democraticamente come noi

Creato il 26 marzo 2012 da Thefreak @TheFreak_ITA

Discutendo con una collega d’Università, ci siamo trovati a parlare del valore legale del titolo di studio. Anche se chiamati direttamente in causa, ci siamo accorti di saperne poco e nulla.

Del nulla evitiamo di discutere, ma quel poco che sapevamo, da dove proveniva?

Già in passato, il valore legale del titolo di studio era stato oggetto di dibattito politico. O meglio, del dibattito politico all’italiana: sei Pro o sei Contro? “I Pro otterranno finalmente giustizia mentre i Contro sono una casta!” “La lobby dei Pro assalta il valore legale” etc. etc..

Ma in cosa consiste il Valore Legale del titolo di studio? Semplicemente, è una procedura che prevede il riconoscimento ufficiale da parte di un’autorità del titolo di formazione conseguito. A seguito di questo riconoscimento, si potrà accedere a concorsi pubblici e ad albi professionali.

Dal 22/03/2012 è disponibile online – sul sito del MIUR –  un questionario che vuole raccogliere le opinioni della cittadinanza in merito alla questione. Un questionario che di fatto ripropone lo scontro tra abolizionisti e favorevoli al valore legale.

Nello specifico,  i quesiti proposti dal Miur riguardano tre ambiti: professioni regolamentate, pubblico impiego e titoli di studio.

Diranno alcuni, cavalcando l’onda delle democraticità dello strumento del sondaggio: “Il ministero si interessa delle mie opinioni in materia”, mentre i più maligni osserveranno che “è l’ennesimo conflitto d’interessi di questo governo tecnico che fa il filo alla propria rete universitaria privata”.

Il linguaggio del quesito è formalmente unidirezionale – come ha fatto notare la Rete di ricercatori italiani 29 aprile. Ad esempio, nel quesito 12 “ Per quali finalità ritenete possa essere utile una differenziazione tra titoli di studio nominalmente equivalenti?” nel caso in cui siate favorevoli all’abolizione del valore legale del titolo di studio, la  risposta è solo da scegliere. Nel caso in cui invece foste contrari, sta a voi argomentarla.

Ma a chi conviene, di fatto, l’abolizione del valore legale del titolo di studio?

A chiunque rientri nel business dell’istruzione privata. Infatti, a seguito dell’eventuale abolizione, si vorrebbe istituire una commissione pronta a classificare gli atenei e a direzionare soldi pubblici. Ma come al solito, non sarà dato sapere chi farà parte di questa commissione, come opererà le proprie scelte e quali saranno le discriminanti nella classificazione dell’ateneo.

In pratica, l’ennesimo ritorno del progetto di privatizzazione dell’istruzione, a danno del pubblico per favorire il privato.

Inoltre, questione non del tutto indifferente, il sondaggio si trasformerà nell’ennesima lotta tra solamente chi è direttamente interessato alla questione: da una parte i favorevoli all’abolizione – con i privati in testa – dall’altra chi vuole mantenere lo status quo, con l’università pubblica in prima linea. Questo sondaggio sarà veramente un esempio di democrazia o l’ennesimo scontro dall’esito già determinato?


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