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Sono Buddista e non lo sapevo!

Da Anna
Sono Buddista e non lo sapevo!
Riflessioni di una Counselor oltre la miopia culturale.Non ricordo come e neppure perché, ma da sempre ho sentito una forte attrazione per la ricerca della consapevolezza. La mia esigenza è sempre stata quella di scendere in profondità, nel mio animo per poi risalire con leggerezza, un po’ più consapevole e un po’ più forte. Forse è per questa strana coincidenza che ho iniziato a studiare me stessa prima ancora di studiare le teorie che ho poi incontrato nel mio percorso universitario e ancora di più nei mille percorsi di crescita che ho frequentato. E ora mi trovo formatrice e counselor, due figure che per me hanno un significato importante: mi gratificano dal momento in cui riesco ad accompagnare le altre persone là dove sono andata anche io e al contempo mi continuo a meravigliare di ciò che posso ancora scoprire di me stessa. Anche grazie a loro.Non sono religiosa, anzi, abbastanza scettica, direi. Sento comunque un forte bisogno di spiritualità e di connessione con il Tutto Così, leggendo un libro sul Buddismo, mi sono accorta di esserlo in qualche modo anche io.Il Buddismo è una religione e una filosofia che abbraccia l’Umanesimo. Il suo presupposto è che tutto, ma proprio tutto comincia dall’io e che attraverso l’io si può costruire una società più compassionevole. La vera essenza è quella di insegnare a se stessi l’arte di vivere felicemente.Il Buddismo è ateo o umanistico perché non prevede alcun dio. Il suo umanesimo fonda le sue radici nella vita dei comuni mortali. Nega, cioè, una forza creatrice al di fuori della vita stessa e afferma che ogni persona conserva in latenza la sua BudditàI suoi insegnamenti sono volti a rafforzare il nostro potenziale, insegnando ad usare le nostre risorse.L’idea centrale è che siamo totalmente responsabili delle cause esterne ed interne e dei loro effetti. E’ una continua ricerca delle cause che dentro di noi creano i problemi e perciò è dentro di noi che troveremo le soluzioni! Il risultato non può essere che rafforzare la fiduciain noi stessi.Ciò che fa paura è la totale libertà di scegliere, di prendere in mano la nostra vita con tutte le responsabilità connesse. Il punto non è più la felicità come assenza di problemi, perché l’esistenza è fatta di problemi. Il punto sta nell’ accettare questi problemi come necessari per far emergere le nostre risorse. Si tratta di accettare il normale fluire di alcuni “stati mentali” che esistono in ciascuno di noi utilizzando l’esperienza per apprendere da ogni momento della vita: inferno, avidità, animalità, collera, umanità, estasi, apprendimento e realizzazione, bodhisattva, buddità.[1] E’ un credo? Per alcuni lo è, per altri è uno spunto di riflessione. Ciò che posso osservare è che la nostra cultura, i nostri valori, lo stile di vita di cui siamo succubi, ci rendono “dormienti” e perciò all’effetto degli eventi.SVEGLIARSI!Questo è ciò che suggerisce la via del Buddismo, scuotere la coscienza, diventare consapevoli e attivarsi per migliorare la nostra condizione. Come singoli e come comunità.Un po’ ciò che facciamo noi, popolo di poeti, artisti, musicisti, scienziati, formatori e counselor!

[1] W. Wollard, Il Buddista riluttante, Ed. Esperia, Milano 2012

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