Beccaria non mi ha mai convinto.
Non solo sono favorevole alla tortura, ma sono favorevole alla tortura scientifica, appositamente studiata per causare il massimo dolore senza uccidere; sono favorevole alla tortura istituzionalizzata, portata avanti da uno stato che punisca nel peggior modo possibile crimini come quelli che ho appena letto su Internazionale (Annick Cojean, Le Monde).
Non alla pena di morte, no, per certe cose la morte è una facile via di fuga.
Il dottor Mukwege, in Congo, si dedica da anni alla cura delle donne violentate, nell’indifferenza mondiale, sotto un governo che non fa nulla per proteggerlo e che lascia impuniti i delitti di violenza e mutilazione. Ha già subito diversi attentati, nell’ultimo, l’ottobre scorso, è morta una sua guardia del corpo.
Riporto qui alcuni brani dell’articolo così da far capire di cosa stiamo parlando.
“Mukwege ricorda ancora quel giorno del 1999 in cui ha accolto nell’ospedale di Panzi la prima donna stuprata da un gruppo di soldati. Il suo apparato genitale era stato fatto a brandelli dai proiettili che le avevano sparato nella vagina. (…) ‘Alla fine dell’anno avevo esaminato 45 casi simili’. Nel 2000 il numero è salito a 45 casi simili’. Nel 2001 sono aumentati ancora, e Mukwege non sapeva più dove mettere le pazienti. Nel 2004 ha registrato 3.604 casi di stupro. (…) Da allora gli stupri si sono moltiplicati e vengono usati come una tattica di guerra da quasi tutti i gruppi armati: i ribelli hutu, i combattenti mai-mai, i soldati ruandesi, le forze governative congolesi e gli insorti dell’M23.
(…) ‘Ho visto vagine con dentro pezzi di legno, di vetro, di acciaio. Vagine lacerate con lame di rasoio, coltelli o baionette. Vagine dentro cui avevano versato gomma bollente o soda caustica. Vagine riempite di benzina e date alle fiamme’. Mukwege ha visto quanto di peggio possa esistere al mondo, l’apice della crudeltà. Ha curato una donna che era stata rapita da un commando insieme ai quattro figli e trasformata in schiava sessuale, e in seguito ha scoperto che lo strano cibo che l’avevano costretta a mangiare era la carne di tre dei suoi bambini. Ha provato per ore a ricostruire la vagina di una bambina di tre anni stuprata da un manipolo di uomini durante un raid notturno nel suo villaggio.”
Oh, sì che sono favorevole alla tortura.