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Sono gli stessi legali di Arvedi, nella loro nuova lettera, a dar ragione agli abitanti di Cavatigozzi

Creato il 04 agosto 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

la lettera dei legali di Arvedi ai 94 abitanti di Cavatigozzi

I legali di Arvedi (la firma è dell’avvocato Mossali, che ha spedito la raccomandata e poi è andato in ferie fino al 31 agosto, come dice la segreteria telefonica) accusano di calunnia i 94 cittadini di Cavatigozzi. Ma l’art. 368 del Codice penale definisce così la calunnia:

Chiunque, con denunzia, querela , richiesta o istanza, anche se anonima o sotto falso nome, diretta all’autorità giudiziaria o ad un’altra autorità che a quella abbia obbligo di riferirne, incolpa di un reato taluno che egli sa innocente, ovvero simula a carico di lui le tracce di un reato, è punito con la reclusione da due a sei anni.

La pena è aumentata se s’incolpa taluno di un reato pel quale la legge stabilisce la pena della reclusione superiore nel massimo a dieci anni, o un’altra pena più grave.

La reclusione è da quattro a dodici anni, se dal fatto deriva una condanna alla reclusione superiore a cinque anni; è da sei a venti anni, se dal fatto deriva una condanna all’ergastolo; e si applica la pena dell’ergastolo, se dal fatto deriva una condanna alla pena di morte (1).

(1) La pena di morte per i delitti previsti dal codice penale è stata abolita dall’art. 1 del D.Lgs.Lgt. 10 agosto 1944, n. 224.

L’originale della lettera dei 94 si può leggere qui.

I 94 cittadini hanno fatto riferimento a una denuncia che riguarda superamenti del livello di diossina previsto dalle norme europee. Il limite di 10 è stato superato. Lo ha rilevato anche l’Arpa. Ma di diossina si parla solo nelle ultime quattro righe, le uniche prese in esame dai legali di Arvedi. La lettera lamenta ampiamente l’inquinamento acustico, e alla fine si riferisce al problema della diossina. E anche ai livelli di inquinamento dell’aria segnalati dalla centralina di Spinadesco (pm 10 innanzitutto).

I legali di Arvedi neanche considerano l’inquinamento acustico, accertato rilevato dall’Arpa, e nemmeno parlano della centralina di Spinadesco, come se ammettessero che il problema c’è. E allora come può esserci calunnia? Loro stessi non affermano che Giovanni Arvedi è del tutto innocente, di fronte alle lamentele per inquinamento acustico e qualità dell’aria rilevata dalla centralina di Spinadesco! Cremona poi è zona critica, quanto a inquinamento dell’aria, per la Regione Lombardia.

Ma come fanno i cittadini di Cavatigozzi a “sapere innocente” Arvedi, quando i rilievi non erano in continuo, e dalle periodiche analisi emergono superamenti? L’Arpa afferma, nel documento allegato dai legali di Arvedi, che l’industriale si sta attrezzando per il monitoraggio in continuo delle emissioni di sostanze nocive. Molto bene. Anche questo dimostra che di monitoraggio c’è bisogno. Non ci sono stati enti terzi a monitorare le emissioni dell’acciaieria, tranne un istituto di Genova nel 2009, ai tempi dell’amministrazione Torchio (Provincia). In quell’occasione il limite europeo fu superato (0,16 rispetto alla soglia di 0,10, che entrerà in vigore nei prossimi anni), mentre in Italia e in Lombardia il limite attuale è 0,50.

Un monitoraggio serio non lo fa il controllato e basta, lo dovrebbe fare un ente terzo.

Ma che calunnia è (tra l’altro il reato di calunnia considera ancora la pena di morte, abolita nel ’44) se gli stessi legali non difendono nemmeno il loro assistito di fronte a due accuse su tre? Nemmeno loro lo ritengono del tutto innocente. Si appigliano invece a un passaggio di quattro righe che riguardano sia la diossina che le pm10, e considerano solo la diossina, con un discorso che sembra volto a incutere timore più che a difendere con argomentazioni ragionevoli.

Dunque, se quell’Arvedi io fossi, me la prenderei non con i bravi ragazzi di Cavatigozzi ma con i miei legali che argomentano in modo poco convincente, che non sanno cosa dire sull’inquinamento acustico (la lamentela principale) e le pm 10, e cercano appigli anacronistici a una soglia di 0,50 che tutti gli industriali non considerano più nei programmi futuri: si preparano a rispettare la soglia europea di 0,10.

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