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Sono in Mali…

Creato il 09 gennaio 2011 da Paolo

Sono in Mali…Da oggi pomeriggio, dopo una settimana di partenza, sono a Bamako, capitale del Mali. Il viaggio sino a qui è stato pesante, duro, con un caldo soffocante e spettacoli mozzafiato. La Mauritania offre dei panorami suggestivi, unici e rari; si respira l’atmosfera vera del deserto e si entra in un film. Uomini blu ovunque, strade polverose, caotiche, misere. Ho cercato di trovare degli elementi di incontro con il Marocco: nessuno. Se qualcuno verrà a dirmi, da oggi, che il Marocco è un paese in via di sviluppo, gli chiedero’ se sta scherzando. Non esiste un minimo raffronto da fare. Usi, costumi, abitudini, pil procapite, niente di niente. Nella capitale della Mauritania, Nouakchott,  ho trovato le strade da asfaltare, terra ovunque al posto dei marciapiedi e capre, libere di brucare e fermare il traffico ovunque. Squallore totale, severità e un senso di oppressione mi hanno accompagnato per tutto il percorso verso il Mali. Da Nouckchot è iniziato il calvario dei oltre 1200 km sulla famosa (tristemente) rue de l’Espoire (la strada della speranza), una sorta di transmauritanienne completamente invasa dai profughi/emigrati del deserto. Tende ovunque, le case sono inesistenti sino a Kiffa, con tratti realmente difficoltosi. Buche enormi ovunque che ti obbligano a inchiodare per non finirci dentro, il deserto che avanza e copre lunghi tratti del pressochè inesistente “goudron“  (asfalto). La cosa più sconvolgente sono i centinaia di cadaveri in putrefazione di animali che si trovano ai lati di questa striscia di asfalto: mucche, capre,cammelli, animali selvatici, che vengono investiti durante i loro passaggi da un lato all’altro della strada. Nessuno si occupa degli animali che pascolano liberi cercando di sfamarsi e che attraversano in continuazione la carreggiata. Sono in Mali…Gli animali morti vengono lasciati marcire sotto il sole bollente della Mauritania. La transamauritanienne termina con la desolata città di Nèma, un gruppo di negozi e di botteghe che circondano un oued ghiaioso.In tutto questo percorso che è durato un paio di giorni con, verso la fine, una strada veramente inagibile (100 km in 4 ore), i posti di blocco della gendarmeria (armati e a viso coperto), della polizia e della dogana sono a decine, ho perso realmente il conto, circa ogni 50 km!  Ad ogni blocco bisogna consegnare una fiche descrittiva della persona con tutti i dati personali. Passando la frontiera per il Mali le cose cambiano: tutto sembra più semplice e l’atmosfera che si respira è assolutamente africana, caotica, colorata e musicale.  Domani vi scrivero’  in dettaglio delle persone straordinarie che ho conosciuto, degli ospedali che ho visitato e dei tanti bambini di strada che hanno incrociato i miei occhi.Sono in Mali…


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