Scritto da: Luisa Cassarà 10 ottobre 2013 in Notizie dal mondo Inserisci un commento 115 visite
Il nome Antoine Garrot vi dice niente? Stiamo parlando del ragazzo francese che ha deciso di essere sincero (ma davvero) su Facebook per 24 ore. Il risultato è la perdita della metà dei suoi “amici”: alla faccia del “io gli ipocriti proprio non li sopporto”. Il suo caso ha fatto il giro della rete in pochissimo tempo, facendo pensare istintivamente ad una domanda: è possibile essere sinceri su Facebook? Istintivamente (e non senza un po’ di finzione) tutti affermano di essere sempre onesti in ogni commento ed in ogni emoticon, anche quando digitano una risata, ma in realtà non potrebbero avere un’espressione più seria. In fondo, Antoine ha fatto una cosa che tutti vorrebbero poter fare.
Con loro sì che sarebbe meglio essere sinceri su Facebook
- Quelli che “La vita è orribile e non perdo occasione per condividere questo mio pensiero con voi”: le lamentele rientrano indubbiamente nella top 5 degli argomenti preferiti dagli utenti. Lavoro, familiari, fidanzati, amici: non scappa nessuno. Se non avessero inventato le liste per escludere dalla visione alcune persone, sarebbe un bel problema.
- Quelli che “Sono sempre felice, è tutto bellissimo (e anche io non perdo occasione per condividere questo mio pensiero con voi)”: a parte che è matematicamente impossibile che ogni giornata sia positiva, non ci crede nessuno.
- Quelli che “Vorrei tanto dirti qualcosa, ma non te la dirò; però spero tu la legga”: sono quelli che generalmente si vantano di essere sinceri, ma in realtà si limitano a lanciare frecciate a vuoto.
- Quelli che “Mangio, dormo, sto guidando, cammino, mi allaccio le scarpe”: c’è qualcosa di maniacale in tutto questo. La fedele cronaca delle giornate ricorda i diari segreti in voga negli anni Ottanta, quelli con tanto di lucchetto e le chiavi. Peccato che di segreto su Facebook ci sia ben poco: siamo su un social network.
- Quelli che “Sono un tifoso, voglio litigare con chi non la pensa come me”: li riconosci perché si manifestano maggiormente nelle giornate di campionato. Immancabile il riferimento a sé stessi come “noi” (loro e la squadra), mentre gli avversari sono “loro” (massa ignorante ed indistinta). Perderò ore, ma alla fine ti avrò dimostrato che quello era davvero un fuorigioco.
- Quelli che “Ecco una bella citazione. Di chi è? No, non saprei”: i classici della letteratura si rivoltano nella tomba. Ad ogni virgolettato buttato lì senza logica un bravo scrittore rinuncia in partenza ad avviare la sua carriera.
- Quelli che “L’ho sempre pensato, è una vergogna” (fino a cinque minuti fa non avevo idea di cosa si trattasse)”: dalla politica, alla religione, all’etica, a farla da padrone è l’argomento del giorno. E loro salgono sul carro del luogo comune a spada tratta, pronti a condividere link e usare parecchi carattere in maiscolo (e anche qualche punto esclamativo).
- Quelli che “Io l’ho visto, io l’ho fatto, io lo so“: c’è bisogno di aggiungere altro?
Li avete riconosciuti? Con loro riuscireste ad essere sinceri o no?
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