Una ricerca condotta dall’associazione Expertscape ha stabilito il primato internazionale di alcuni medici napoletani.Il dottore Cesare Gridelli, dell’ospedale Moscati di Avellino è stato definito come il miglior oncologo del mondo, e in particolare il primo per il trattamento del tumore al polmone. La dottoressa endocrinologa Annamaria Colai, docente dell’Università Federico II, la prima esperta al mondo per le malattie dell’ipofisi.
I parametri utilizzati per sancire i primati sono sono stati in particolare le ricerche e le pubblicazioni effettuate dai candidati negli ultimi 10 anni.
La coincidenza vuole che questi risultati si abbiano proprio in un momento come questo particolarmente delicato per la regione Campania, soprattutto a livello oncologico e in riferimento alle vicende della Terra dei Fuochi. Il dottor Gridelli ha infatti commentato “sono davvero orgoglioso di questo risultato, è una testimonianza di come anche nel bistrattato sud si può costruire qualcosa. Effettivamente è una classifica molto rigorosa che tiene conto delle pubblicazioni e in particolare del valore di queste. Ossia l’importanza della rivista dove sono state pubblicate le ricerche e se da quelle ricerche sono nati altri studi sull’argomento. Immaginatevi quindi l’orgoglio che ho provato. Anche perché da napoletano e lavorando soprattutto ad Avellino, insomma vado avanti e indietro per quella che viene ormai chiamata Terra dei Fuochi ed è importante dare un segnale chiaro“.
Anche la dottoressa Colai attraverso le sue dichiarazioni si mostra orgogliosa della sue origini, e a tal proposito ha commentato “è certamente importante rappresentare ai più alti livelli la ricerca napoletana che non ha nulla da invidiare al resto del mondo. Il riconoscimento alla mia persona è importante proprio perché è la dimostrazione che anche nella nostra città è possibile raggiungere i vertici e, soprattutto, mostra il valore delle nostre strutture, dei tanti ricercatori validissimi spesso meno considerati perché vivono e lavorano a Napoli“.
Questi due esempi rappresentano appieno una sorta di riscatto per il sud, dove quotidianamente si incrociano infinite vite di lavoratori, di persone che adempiono con sacrifici e duro lavoro alle proprie mansioni, spesso sottovalutate a causa di una negativa etichettatura. Ma il sud è soprattutto questo, è terra di gente per bene e che è disposta a lottare per innalzare la bandiera del proprio paese. Ed è dunque proprio a loro che i giovani devono guardare, nella speranza di un futuro migliore.