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Sono pazzi questi francesi?

Creato il 25 maggio 2011 da Pdigirolamo

Sono pazzi questi francesi?C’è da chiedersi cosa avranno pensato gli antinuclearisti nel leggere l’articolo pubblicato ieri sul sito del Corriere della Sera intitolato “Francia: nella città che ama il nucleare”. http://www.corriere.it/cronache/11_maggio_24/centrale-nucleare-jacopo-storni_2adb270c-860e-11e0-99e7-3448c5a7b9b0.shtml

A onor del vero si tratta di un piccolo paese, Saint Vulbas, che si trova a 30 chilometri da Lione e conta poco più di 800 abitanti. Tutti rigorosamente favorevoli al nucleare proprio perché, verrebbe da dire, ce l’hanno in casa.

A Saint Vulbas c’è infatti una delle 58 centrali francesi e il fatto che gli abitanti ne siano a dir poco entusiasti  deve aver sconvolto gli illustri rappresentanti del fronte antinuclearista di casa nostra. Ma i motivi di un consenso pressoché unanime appaiono invece chiari fin dalle prime righe dell’articolo: “Saint Vulbas sembra un paradiso terrestre: fiori dappertutto, giardini, fontane, strade luccicanti, aree gioco per bambini, campi da tennis, case fatate, geometrie da Eden in miniatura. E poi attività sportive gratuite, tasse sulla casa praticamente inesistenti, bollette dell’acqua dimezzate, abbonamenti ai mezzi pubblici regalati, assistenza agli anziani scontatissima.”

Eh già, perché una centrale nucleare frutta circa 60 milioni di euro all’anno in termini di royalties che la società elettrica francese (Edf) versa nelle casse dei comuni limitrofi alla centrale. Ma i soldi, si dirà, non sono tutto. Infatti, ma proprio per questo vale la pena di riflettere molto attentamente sull’articolo in questione: è dunque possibile che gli abitanti di Saint Vulbas (e di molti altri comuni) accettino di vivere sotto “l’incubo nucleare” solo perché questo li fa essere più ricchi? Sinceramente c’è da dubitarne. E allora delle due l’una: o questi francesi sono usciti di senno mettendo a repentaglio la loro vita e quella dei loro figli per qualche euro in più o la sicurezza garantita dalle centrali è nettamente superiore a quanto qualcuno vorrebbe farci credere.

Adesso, molto probabilmente, la moratoria proposta dal governo ci darà un anno di tempo per riflettere sull’opportunità di costruire centrali anche sul suolo italiano.

Nel frattempo, invito i più scettici a fare un piccolo viaggio al di là delle Alpi per visitare un piccolo paesino a 30 chilometri da Lione, magari scambiando quattro chiacchiere con i suoi abitanti.



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