Capita di acquistare un libro e finirlo nella stessa giornata. “Smith & Wesson” di Alessandro Baricco è un libro breve, dinamico e spiritoso che ben si presta a poche ore di lettura e di riposo.
E viene da pensare che talvolta le parole hanno un percorso tutto loro e tu, se non sai scriverle, perdi solo il tuo tempo e quello altrui. Sì, puoi metterle giù ordinate, come fanno i poeti che le fanno sfilare a quattro a quattro, le righe composte e fiere d’essere immaginate poesia; sì, puoi metterle in metrica, rigore e disciplina ma senza un tema che le conforti resteranno vuoti accenni di perfezione.
Il mestiere dello scrivere non è per tutti sebbene in tanti si ergano a tali; è di chi possiede storie da raccontare e non dico dolori d’amore che di quelli si potrebbe riempire cestini d’immondizia e circumnavigare il mondo intero e ne siamo già tutti un po’ stufi.
Il mestiere di scrivere è di chi ha la meraviglia dentro, sì, quella cosa che scintilla, hai presente?
E’ una specie di filo che si dirama ovunque e arriva alla mano e impartisce ordini come fossero presenti.
Lo scrittore, quello bravo, già si sa che non è ardimentoso, nemmeno esperto delle faccende della vita e molto spesso di sé fa immaginazione. Naviga, veleggia, ma mai si sposta dal suo desco, e vive di vite altrui le esperienze e le passioni, nel crogiolo antico dell’illusione. Lo scrittore ha dalla sua che sa narrare, sa portarti sul palmo della sua mano e farti vivere la sua vita immaginata come fosse la tua.
Quante volte vi è successo di leggere e di sentirvi parte del narrato? Investiti di parole dentro ad una cascata e dire “Questo sono io! Parla di me!”? Quante volte pare che lo scrittore abbia preso le nostre parole e le abbia scritte sulle sue pagine bianche, ladro d’emozioni?
“Sono qui perché se mi arrendo questa volta mi arrenderò tutta la vita”.
Curioso: come poteva Baricco sapere esattamente il mio pensiero?
Chiara