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Sono solo canzonette – reprise

Creato il 13 febbraio 2013 da Olineg

Ripropongo questo vecchio post, all’epoca in cui fu pubblicato andava in onda X-Factor, mentre ripubblico invece è in corso la kermesse sanremese; da sempre la canzonetta pop sia italiana che anglofona attribuisce a un organo umano un complesso di attività cognitive e paracognitive che sarebbe più corretto attribuire a un altro organo, il cervello. Questo post parla proprio dell’origine di questo equivoco, di questo simbolismo tanto radicato che personalmente mi sta, sempre anato-simbolicamente parlando, su due altri organi.

Sono solo canzonette – reprise
L’altro giorno mi è partito involontariamente un colpo di telecomando e mi sono ritrovato su X Factor, il format internazionale che ha l’obbiettivo di creare una nuova pop-star, o una cazzata del genere. C’è una cosa di quella visione che mi ha violentato: l’abuso della parola “emozione” e derivati, seguita da “comunicazione”. Se un giorno sarò abbastanza bevuto e/o fumato, mi scaricherò una puntata da internet e conterò tutte le volte che vengono pronunciate le due parole, e poi metto a confronto i dati con la frequenza rilevata in altri tipi di testo, tipo il manuale di psicologia dell’età evolutiva o il compendio di antropologia culturale. Ma ora sono sobrio, e mi limiterò a parlare di un’altra parola particolarmente frequente nelle canzonette e dintorni: cuore. Vi siete mai chiesti perché associamo il muscolo cardiaco al sentimento noto come amore? Io sì, e finalmente ho scoperto perché. Bisogna tornare molto indietro, ai tempi di Ippocrate di Coo, quattrocento avanti Cristo. Ippocrate è stato il primo medico in senso moderno, a lui si devono i concetti di diagnosi e prognosi, lo studio anatomico sui cadaveri e addirittura la cartella clinica, anche se è più comunemente noto per il “giuramento”, un manifesto deontologico a cui si devono attenere anche i medici contemporanei. Il modello fisiologico di Ippocrate è noto come teoria umorale: lo stato psico-fisico del paziente è stabilito dall’equilibrio di quattro umori, la bile gialla, la bile nera, il flegma e il sangue. Ognuno dei fluidi ha sede in un organo e determina un temperamento: la bile gialla nel fegato e provoca la collera, la bile nera nella milza ed è responsabile della malinconia, il flegma risiede nel cervello e genera beatitudine e calma, infine il sangue dipende dal cuore e a lui si associano, come sappiamo, le passioni. Seguendo la stessa filosofia, un po’ di italiche canzonette potrebbero essere riscritte, cercando su google scopro che almeno tre brani hanno come titolo “Malinconia” (uno di Luca Carboni, uno di Riccardo Fogli e uno di Califano), l’equivoco sul titolo potrebbe essere superato se qualcuno adottasse il titolo “Milza”, mentre il brano del ventennio “Vivere senza malinconia” di Bixio, poi parodiato da Jannacci, diventerebbe “Vivere senza milza” che mi sembra anche un bel messaggio per chi ne ha subito l’asportazione chirurgica, e sempre sul patologico “Azzurra milza” di Toto Cotugno, mentre “Milza d’ottobre” di Dalla ha un non so che di culinario.



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