Magazine Cucina

Sono tra noi (Cheesecake alla radigorda)

Da Diletti Riletti @DilettieRiletti

- Io a queste cose non ci credo.

Aveva esordito così il mio amico, mentre si accendeva la terza sigaretta da quando avevamo preso posto al pub di Trippet Lane. Era una giornata di marzo, sono quasi certo fosse martedì, perché di solito il martedì ci fermavamo, dopo il panino con l’arrosto, a mangiare un pasticcino nel negozio di dolciumi di Winckley Square, e ricordo che mi lamentavo di una macchia di mirtillo proprio al centro della mia cravatta. Il negozio era famoso per i piccoli cheesecake e le deliziose tortine di mandorle e carote scintillanti di burro: la prominenza che si formava al di sopra della mia cinta era causata anche da questa felice circostanza.

Ma lì, nel negozio, mentre macchiavo di blu la mia cravatta migliore, qualcos’altro era successo. O almeno così sosteneva lui, e questo mi preoccupava leggermente.

Quel giorno mi aveva trascinato fuori affermando di avere una fame tremenda, e io ovviamente lo avevo seguito mollando al volo le pratiche sulla scrivania. Come si può dire di no al collega più brillante e simpatico dell’ufficio? Tutte le segretarie morivano per lui, tutti i colleghi speravano di essere almeno degni di una delle sue fragorose pacche sulla schiena: ma lui aveva scelto me come amico, me; anche se nessuno ne capiva il motivo, insignificante come sono. Quindi avevo adeguato il mio stomaco al suo e avevo deciso che sì, anch’io ero affamato.

Da dietro il banco, la ragazza sospirò, scostando la cuffietta bianca con l’avambraccio. Forse è vero, il tono fu un po’ scortese:

- Sì?

Il mio amico la guardò storto:

-Se fosse no, non saremmo qui ad aspettare lei, signorina.

La ragazza sgranò gli occhi, rossa in viso, e io mi girai a guardarlo: la frase aveva il tono indisponente che a volte usava per provocare un collega, lo conoscevo bene. Quando in seguito gli chiesi perché l’avesse pronunciata, mi rispose che non sapeva neanche lui. Capita ad ognuno di noi, no? di fare gesti che cadono come sassi nelle situazioni senza capire per quale motivo si è agito così, e devo ammettere che anch’io quel giorno…

Insomma, mi sembrò –ma forse fu solo la mia impressione- che mentre la ragazza fissava il mio amico nel negozio cadesse un silenzio tombale, e persino il moscone che agonizzava attaccato alla lampada blu sopra la porta smettesse di ronzare. La ragazza abbassò la testa, borbottando qualcosa tra i denti in una lingua incomprensibile, e la temperatura nella rosticceria parve scendere fino a raggiungere lo zero. Fu  allora che presi una decisione: chiesi due cheesecake al mirtillo e ne addentai subito uno, mentre il mio amico restava a guardarmi, imbambolato. La mia cravatta, come detto, ne risentì molto. Il mio amico non volle neanche assaggiare il secondo dolcetto e fui costretto ad occuparmene io mentre cercavo posto al pub per un goccetto, che bevvi da solo.

- Io a queste cose non ci credo, sia chiaro. Queste storie che ogni tanto si sentono di magia e incantesimi sono balle. I maghi non potrebbero vivere tra di noi senza che noi ce ne accorgessimo, ti pare?

-   …mmhm-mmhm… (scusate, avevo la bocca piena)

-  Quindi non può essere successo nulla, vero? Però ti dico che quando eravamo lì, all’improvviso ho sentito come una morsa che mi stringeva lo stomaco e – niente, la fame… scomparsa. Non riesco neanche a pensare di mandar giù qualcosa. Mi avrà fatto male il panino, che dici?

-  È poss…

-  Beh, però quella ragazza ha detto qualcosa. Tu hai capito cosa?

-  No, non mi pa…

-  Ecco, nemmeno io: però appena l’ha detto, io mi sono sentito così (mi stritolò quasi il braccio), capisci? come se una mano ghiacciata mi stringesse lo stomaco. Quindi mi chiedevo –aveva gli occhi stralunati mentre pronunciava questa frase, e lì ho temuto davvero tanto- mi chiedevo: e se mi avesse fatto… che ne so, un incantesimo? Qualcosa di cattivo?

-  Ma no, no, stai…

-   …e non dirmi stai tranquillo, sai, non sono mica matto! E se quella fosse una strega? Se davvero vivessero nascosti in mezzo a noi? Ah, mi sento malissimo, malissimo…

In effetti era pallido e mi chiesi se per caso non avessi commesso qualche errore… Comunque, tentai di tranquillizzarlo, lo portai a casa e tornai da me con il bus notturno, quando mi fui assicurato che dormiva. Non volle neanche una tazza di tè, continuava a dire che non riusciva a mandar giù nulla.

La mattina dopo, quando non venne in ufficio, non mi preoccupai troppo: mi rispose al telefono, dicendo di essere un po’ debole e stanco. Solo dopo qualche giorno, i colleghi iniziarono a farsi domande, e io molte più di loro. Sia chiaro: ero certo che la ragazza non c’entrasse nulla. Ma al telefono non rispondeva nessuno e fu così che mi decisi ad andare a vedere: mi aveva dato la chiave del suo appartamento per precauzione proprio qualche settimana prima.

Quando entrai, tutto era in ordine e silenzioso. Solo in cucina regnava il caos: piatti stracolmi di vivande ovunque, uova strapazzate, bacon, arrosto freddo e asparagi, pane tostato e salsicce fritte, pollo in gelatina e dolciumi di ogni tipo occupavano il tavolo ed ogni ripiano disponibile, intatti ma ormai guasti. Del mio amico nessuna traccia: su una sedia i suoi vestiti, vuoti; sotto, le sue scarpe con le calze ben infilate dentro. La polizia non riuscì a capire cosa fosse successo, e nell’ufficio calò un velo di tristezza per alcuni giorni. Ora tutto è passato: forse qualche segretaria ci pensa ancora, ma nel complesso, con meno pacche e risate, in ufficio si lavora molto meglio.

Nel negozio di dolciumi di Winckley Square vendono ancora quei meravigliosi cheesecake al mirtillo e c’è ancora quella ragazza che con me non è mai sgarbata, anzi: mi ha anche invitato a prendere una tazza di tè da lei, domani. Ci andrò prima della lezione serale per maghi di terzo livello, dove sto imparando a controllare meglio i miei incantesimi di rimpicciolimento.

 

Dolce

Dolce

 

Cheesecake alla radigorda

N.B. La radigorda è un bulbo da cui si può ottenere un infuso viola scuro, utilizzabile per pozioni di vario tipo. Dal sapore asprigno, può tuttavia fornire una deliziosa gelatina per guarnire dolci.

Se ne sconsiglia fortemente l’uso ai babbani, che devono sostituirla con bacche di Vaccinium Myrtillus.

 

Per la base: 250 gr di biscotti digestive, 150 gr di burro sciolto, 4 cucchiai di zucchero di canna, un pizzico di sale, un pizzico di cannella

Per la crema: 500 gr di formaggio bianco tipo Philadelphia, 200 ml di panna fresca da montare, 120 gr di zucchero a velo, 10 gr di colla di pesce, 1 baccello di vaniglia

Per la guarnizione: 3 cucchiai di zucchero a velo, 6 gr di colla di pesce e 200 gr di mirtilli freschi o surgelati (oppure, solo per i maghi, 200 g di gelatina di radigorda)

Per i maghi: mescolate gli ingredienti con l’incantesimo Antecoctus. Servite ben freddo.
Per i babbani: preparate la base sbriciolando finemente i biscotti, unendo poi lo zucchero di canna, la cannella e il sale. Mescolate bene.
Aggiungete il burro sciolto freddo fino ad ottenere una pasta scura; ricoprite con questa bordi e fondo di uno stampo apribile ben imburrato o, ancora meglio, ricoperto con carta forno. Riponete in frigorifero.

Procedete con la crema: mettete i fogli di colla di pesce ad ammorbidire in acqua fredda per 10 minuti; nel frattempo in una ciotola capiente unite il formaggio con lo zucchero a velo e la vaniglia. In un pentolino intiepidite 50 ml di panna fresca e unitevi la colla di pesce strizzata. Aggiungetela al composto di formaggio mescolando con cura.

Montate la panna restante ed amalgamatela al resto, facendo attenzione a non farla smontare. Mettete il composto sulla base di biscotto poi a rassodare in frigorifero per almeno due ore coprendo con pellicola trasparente.
Preparate quindi la gelatina di mirtillo: lavate i mirtilli e poneteli in un pentolino con lo zucchero. Scaldate il tutto a fuoco dolce fino a che inizieranno a disfarsi: a questo punto potete metterli in un mixer e passarli. Aggiungere la colla di pesce ammorbidita e ben strizzata al passato di mirtilli ancora tiepido e mescolate con cura. Fate raffreddare e con un cucchiaio versate la gelatina sul cheesecake ricoprendone bene la superficie. Mettete in frigorifero per almeno un’altra ora per fare rassodare la gelatina. Estraete quindi con delicatezza dallo stampo e servite ben freddo.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :