Magazine Cultura

Soon "Scintille"

Creato il 05 agosto 2011 da Martelloide
Soon

1996: esce Scintille. E il POP italiano non sarà più lo stesso. Perchè questo bisogna dirlo tranquillamente. Parlo proprio del pop, quello puro, quello cristallino, quello che ti fa muovere il piede e la testa, quello fatto di pezzi che ti entrano dentro e non te li togli più, quello fatto da gruppi che poi amerai per tutta la vita.
Questo album d'esordio dei milanesi Soon è magnifico. Saranno le influenze di gruppi come MBV o Ride, sarà che veramente qui ci sono delle 'scintille' che poi hanno scaturito quel fuoco sacro dell'indie rock italiano anni '90, saràò quel che volete, ma questo è un disco bellissimo.
E non lo dico perchè conosco benissimo Davide (uno che meriterebbe 1 santuario da tanto deve essere venerato) e Odette (sono indeciso tra Dea e Divinità), ma perchè lo penso veramente.
Momenti shoegazer, altri più sbarazzini, melodie concrete, soffici e sognanti, la voce di Odette così incisiva e mai fuori contesto. Niente di sbagliato qui. Personalmente il crescendo di Larva è da storia della musica...glielo dico sempre a Odette ogni volta che la vedo!
Sotto il mio piccolo preambolo ci metto pure una recensione scovata sul Web tratta da Musicboom. Gran belle parole, per un disco che le merita.
E merita di non essere dimenticato. Lode a voi splendidi Soon perchè le vostre scintille non si sono ancora sopite con il tempo e questo è solo merito vostro! (1996 BLACK OUT/MERCURY/POLYGRAM)
Scintille è un album solare e al tempo introspettivo, in cui la voce e la carica di una agguerrita e tenera Odette Di Maio guidano i pezzi dal primo all'ultimo minuto.
Odette Di Maio è la chiave di comprensione dei Soon. Sue le canzoni, sua la leadership incontrastata, suoi i testi, sue le sensazioni raccontate. Davide Rosenholz è un'ottima spalla, il resto del gruppo contorna la base. Se i Soon sono la lampadina, Odette è il tungsteno.
L'apertura è affidata a Il Fiume, riuscita pop-song fatta di pennellate dolci frantumate all'improvviso da raschiate elettriche (ma mai dissonanti), in cui la descrizione della solitudine tra gli alberi che costeggiano il fiume è solo la cornice alla richiesta che sfocia alla fine: "Amami, come mi vuoi, senza parlare".
La "new-psichedelia" effettata di Stasi ha echi inglesi evidenti. Questa è la parte grintosa della scrittura di Odette, eppure la ricerca finale ritorna, per la seconda volta: "Prendimi, in quest'angolo di te, dentro l'immobilità".
P.O.P. è l'acronimo di Prima O Poi. Ma è anche POP, senza dubbio, di elegante fattura. Pop di quello leggermente elasticizzato ("Elastico" sarà proprio il titolo di uno dei migliori pezzi dell'album successivo) che sarà il marchio di fabbrica dei Soon: leggeri botta e risposta unisoni tra basso e chitarre, cristalli di perfezione compositiva su 2 accordi 2.
La voce si fa soffice, una ninna nanna, in Dormi. Il pezzo è una culla: "Dormi qui con me, ho tanti sogni da riempire". Il risveglio è brusco: una distorsione piena e grezza accompagna un perentorio "Non posso più nutrirmi di te, e di pensieri".
Anche Attimi presenta le basi strutturali dello stile-Soon. Colpi secchi su pensieri secchi. Crescendo e diminuendo, improvvisi quanto matematicamente prevedibili perchè tratti dalla storia del pop moderno e applicati alla perfezione.
Echi dei Cure su In nessun posto. Qui la richiesta si fa pressante: "Tienimi nell'angolo", ma è irresistibilmente dolce, come il canto che si snoda tra chitarre acustiche, basso riverberato e qualche sferzata elettrica ben calibrata.
Ordine si appoggia su un basso distorto e rumori di larsen lasciati alla catena fino all'ultimo. Poi, un'esplosione, distorsione, ma voce ancora, sempre, malinconicamente dolce, come miele poco amaro.
Ascoltanto ora Strisciando saltano clamorosamente alla mente le Elastica. Stesso tipo di aggressività soft-punk, stesso canto un po' dolce, un po' scazzato. E chitarre.
Bellezza condensata in O almeno sembra. Condensata nel canone finale, nella sovrapposizione di voci, più efficace di ogni distorsione: "Discendono, sempre pigre, le opinioni, giù come le lacrime". Bella.
Che cosa mi fece cercare e comprare questo disco? Settimane. Sarà un pezzetto adolescenziale, sarà una applicazione di parole sovrappensiero e immagini a buon mercato. Come volete. Ma è una cosa talmente ben fatta da essere micidiale. Il suono della chitarra, il suono della voce, l'arrangiamento, tutto. Avrei comprato il disco solo per questa.
Altro bel pezzetto pop è Larva. Ben cesellato, carino, naturalmente interrotto a metà dalla ormai classica sferzata, ma non di chitarrona, bensì di basso.
Disordine è un'esplosione bellissima. La giusta conclusione. La filosofia spiccia: "Non rimane altra via che il disordine". Il pezzo che ti lascia il gusto buono in bocca e ti fa ricominciare da capo. (Alessandro "ALes" Mattiuzzo)
- Il Fiume
- Stasi
- Pop
- Dormi
- Attimi
- In Nessun Posto
- Ordine
- Strisciando
- O Almeno Sembra
- Settimane
- Larva
- Disordine
SOON

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Magazines