Magazine Diario personale

Sophy la grande

Creato il 16 novembre 2012 da Povna @povna

Rischiava di non farcela pure questa volta, ma l’avere lavorato giorno e notte, notte e giorno questa settimana (per avere più libera la prossima) inizia a dare, timido, i suoi frutti. E dunque oggi la ‘povna riesce a partecipare, quanto meno al pomeriggio, al venerdì del libro. Lo fa con un romanzo della solita Astoria (che, come si sa, le piace molto), che ha letto qualche tempo fa. E’ piacevole, non impegnativo; pure, intelligente. E la ‘povna pensa che possa essere piacevole compagno delle sere autunnali.

Effettivamente, l’etichetta ‘rosa’ sta stretta a questo romanzo, che coniuga un’attenzione alle vicende sentimentali della protagonista con una levità di scrittura piacevolissima. La trama è presto detta: poiché il padre diplomatico (nonché suo unico genitore vivente) è impegnato in una missione all’estero, la giovane Sophy viene affidata agli zii, a Londra, dove dovrà stare fino al ritorno in patria dell’augusto genitore. Raffinata, anticonvenzionale, cresciuta da sola nell’agio, nella ricchezza e soprattutto una grandissima varietà do mondi (che le hanno donato conoscenze in ogni ambito, cultura e capacità di oltrepassare con il pensiero le rigide convenzioni inglesi), porterà dietro di sé una ventata di originalità intelligente a tutta la famiglia, (ri)portando un’armonia e una gioia di vivere che sembravano perduti. Infatti, a causa della passione per il gioco dello zio, i cugini di Sophie si sono trovati sull’orlo del fallimento, dal quale si sono ripresi grazie a una insperata eredità ricevuta dal figlio maggiore, Charles che ha preso sulle spalle le redini del riassestamento finanziario, introducendo costumi esageratamente rigidi e inflessibili per se stesso in primis, e poi per tutti i familiari.
Sophy arriva, vede e vince. In tutti i campi. Trascinando i personaggi (e il lettore) in una girandola di avventure e imprevisti, fino all’atteso (e multiplo) lieto fine. Il nome di Jane Austen, spesso evocato come modello, è corretto, perché molte situazioni ricordano un misto (solo: più leggero, giocoso, facile) di Orgoglio e Pregiudizio ed Emma. Ovviamente, con molto meno spessore stilistico. Ma, altrettanto ovviamente, Georgette Heyer scrive con grande consapevolezza di quello che è (e di ciò che non può essere). E proprio per questo il romanzo offre un pomeriggio di divertimento estemporaneo, sanamente senza pensiero alcuno.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :