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Sopravvive due mesi sepolto nella neve

Creato il 20 febbraio 2012 da Gianpaolotorres

Sopravvive due mesi sepolto nella neve

E’ il 19 dicembre e una fortissima tempesta di neve si sta abbattendo sulla Svezia, vicino alla città di Umea, nel centro-nord del Paese. Peter Skyllberg, un automobilista quarantacinquenne rimane con l’auto in panne, a circa un chilometro dalla strada principale. Resta bloccato, nessuno passa di lì, è isolato e il freddo è spietato. Tra pochi giorni ci sarà Natale, ma l’uomo non potrà uscire dalla sua prigione e festeggerà mangiando neve intrappolato nella propria vettura. Ciononostante, dopo ben due mesi, viene ritrovato. Denutrito, distrutto e gelato ma vivo!

 Il sopravvissuto è stato ritrovato, visibilmente provato e debolissimo, e tra un sospiro e l’altro è riuscito a spiegare di essersi salvato grazie alla neve, di cui si è nutrito per tutto il periodo di «sepoltura». Inoltre sarebbe stato provvidenziale un sacco a pelo nel quale ha dormito per sessanta giorni. Secondo i medici infine si sarebbe salvato anche grazie a una sorta di effetto-igloo creato dall’aria attorno alla vettura ricoperta dallo spesso strato di neve, responsabile di una temperatura intorno agli zero gradi. In tutti i casi si tratta di un fenomeno di difficile spiegazione, anche considerate le temperature medie della zona che quest’anno hanno sfiorato i -30°.

Il quarantacinquenne si trova ora all’Umea University Hospital dove gli sono state prestate le prime cure per il gravissimo stato di malnutrizione, ma i medici non ritengono sia in pericolo di vita. Dietro alla vicenda c’è comunque un’aria di mistero, alimentata anche dalla reticenza del protagonista che si è rifiutato di concedere interviste: nonostante la polizia non dubiti della versione del superstite, stupisce che nessuno avesse denunciato la sua scomparsa. Inoltre sono trapelate informazioni che sottolineano una condizione di malessere dell’uomo (la fidanzata lo aveva lasciato proprio quel giorno e l’uomo doveva restituire una consistente somma ricevuta in prestito e che potrebbero dare adito a versioni alternative dell’accaduto. Nelle vicinanze però non è stata trovata alcuna impronta e le informazioni emerse si incastrano perfettamente. Il luogo dove l’uomo è rimasto intrappolato rimane spesso isolato dalla neve e a rigor di logica la storia, per assurda che possa sembrare, è plausibile. Pur avendo del miracoloso. Ma l’adattabilità dell’essere umano, si sa, non finisce mai di stupire.

Eppure sono molte le persone che sembrano non credere alla notizia: “«Esistono tempi scientifici di sopravvivenza per l’essere umano: 3 minuti senza ossigeno, tre giorni senza acqua e tre settimane senza cibo. Certo, ci possono essere eccezioni, ma la notizia dell’uomo svedese sopravvissuto al gelo e alla fame per due mesi sembra una montatura».

Fonte: http://www.corriere.it


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