Questo è il primo articolo della rubrica sulla sopravvivenza culinaria seguita dal nostro buon Zeno P. che vuole insegnarci come non morire di fame all'estero, in special modo qui in Danimarca.
Seguiranno altri articoli, senza cadenza fissa, ma sempre di aiuto a noi che siamo qui o a voi che vi state preparando all'espatrio.
MA COME FATE COL MANGIARE?
La domanda risuona ogni qualvolta un amico, un parente, un semplice conoscente mi incontra in Italia. Nella top ten delle prime domande che mi vengono poste, questa risulta essere la prima.
Mi vedono forse sciupato, smagrito, con occhi luccicanti e bava alla bocca in stile “cane di Pavlov” al passare di italiche pietanze? In tre mesi di vita all’estero ho perso circa due chili, questo è vero, ma vi posso assicurare che l’assunzione di alimenti poco ha a che fare col mio dimagrimento.
Dopo anni di schiavitù automobilistica mi sposto a piedi, vado in palestra e faccio tre piani di scale per arrivare al mio appartamento, che sia questa la vera ragione?
Ma torniamo alla domanda… anzi, illustrerò ed articolerò la risposta.
Come faccio col mangiare..? Esattamente come facevo in Italia..! Ora, è doveroso spezzare una lancia nei confronti di chi mi pone la questione conoscendomi bene.
Vivo nel mondo della ristorazione da circa dieci anni, ho la fortuna di avere una mamma che sa stare egregiamente dietro ai fornelli (come buona parte delle mamme d’Italia), io stesso amo cucinare e mi ritengo una buona forchetta, conosco abbastanza bene la tradizione culinaria di mezza Italia ed ho fatto qualche viaggetto in giro per l’Europa, potrei quindi sembrare un intenditore o una persona dal gusto difficile. Il trucco invece sta nel mangiare senza però mai volere per forza ritrovare i sapori di casa propria.
Mi spiego meglio. Apriamo i nostri stomaci, le nostre fauci ma soprattutto le nostre menti a tutte le novità culinarie che ci ispirano. Dimentichiamoci frasi del tipo “come fa la lasagna la mia mamma non la fa nessuno”, oppure “il vino che facciamo in casa? Quello si che è vino vino!”. In barba a tutte le regole di degustazione e dopo un’evoluzione del mio stesso pensiero, sono giunto a considerare vera quest’unica massima “se ti piace, mangialo”.
Per carità, quello che viene insegnato nei corsi di sommelier e di degustazione in genere è tutto vero. Esistono dei parametri di valutazione quasi oggettivi, esistono tradizioni da rispettare, lavoro di persone che hanno studiato anni per rendere unico il sapore di quel vino o di quel prosciutto… ma la bocca è mia e la gestisco io!
Voglio essere aperto a tutto, voglio cercare io il sapore perfetto, nessuna guida conosce meglio di me quello che mi piace. L’uomo in genere oggidì ha la fortuna di poter scegliere cosa mangiare e di non farlo solo per puro sostentamento, il gusto è in continua evoluzione e dolce, amaro, salato, aspro, umami, sono solo cinque elementi di base che offrono un’infinità di combinazioni.
Il manuale di sopravvivenza gustativa che ho in mente di proporre, avrà lo scopo di spiegare come far sopravvivere nella vostra vita di italiani all’estero (per lo più in Danimarca) i 5 sapori di base presenti nel vostro palato.
Sappiate che, però, se è vero quello che ho scritto poco più sopra, questa guida sarà del tutto inutile, perché sarà solo la mia guida!
Autore: Zeno P. zenopalmieri @ libero . it