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Soresina, casa di riposo in vendita: la Regione promette vigilanza ai sindacati

Creato il 06 giugno 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

I rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil si sono recati in Regione per chiedere vigilanza e attenzione al rischio effettivo che corre una struttura sociosanitaria come una casa di riposo, messa in vendita con delibera del cda della Fondazione stessa e il voto favorevole di due soli consiglieri.
E la Regione, come l’Asl, non può rispondere di no. Non si può negare a parole, o con atti e documenti, il dovuto svolgimento di un atto istituzionale. Siamo entro l’ovvietà delle procedure.
Resta il bilancio negativo e il bisogno di cambiare modo di gestire: maggioranza soresinese e opposizione di centrosinistra sono d’accordo almeno su questo, non sulla soluzione.
Le polemiche sulla casa di riposo divampano periodicamente almeno dalla seconda metà degli anni Novanta. Le liti hanno coinvolto gestioni prima di sinistra poi di centrodestra.
Il bilancio in passivo riguarda, considerando il margine operativo lordo, cioè le entrate e le uscite annue vive (al netto di mutui), proprio gli ultimi anni.
Il danno dunque è recente, non antico. Mentre il bilancio precipitava la Fondazione Zucchi Falcina si è tenuta dirigenti costosissimi, come se l’intenzione di vendere già ci fosse.
Di fatto le case di riposo sono un problema per la Regione stessa, per tutte le istituzioni coinvolte. I soldi non ci sono, Formigoni ha investito e fatto investire più sulla sanità, decisamente più redditizia. E da tempo l’Arsac, l’associazione degli ospizi, in provincia preme per cambiare radicalmente gestione, o con nuovi contratti o altri metodi. Il fronte sindacale viene messo a prova da un attacco in forze. Soresina è solo un anello debole: se si spezza, quali e quante altre privatizzazioni si faranno? Probabilmente molte. Caso vuole che a Cremona la Chiesa apra una nuova casa di riposo, donata da Arvedi alla diocesi, presso la ristrutturata ex clinica La Pace.
È la privatizzazione dello stato sociale, che punta all’affare simbolicamente più prestigioso. Segue il comunicato sindacale.

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