La prossima volta che mi farò una frittura, la assaporerò con ancora più gusto. A quanto pare infatti, se l’olio fritto viene recuperato a dovere diventa una risorsa preziosa tanto per il portafogli quanto per l’ambiente.
Ed è proprio a questo che punta “Oileco”, il progetto promosso da Ecosoluzioni e finanziato in parte da Intelligent energy for Europe, associazione che riunisce partner europei per la raccolta e valorizzazione energetica degli oli alimentari usati.
Infatti, con quello che tecnicamente viene definito Olio alimentare post consumo (Oapc), un comune ci si può ripagare l’illuminazione pubblica, oppure rifornire i serbatoi degli autobus, riscaldare la piscina o la scuola comunale.
Perché l’olio fritto è un combustibile a tutti gli effetti, assimilabile per esempio all’olio di palma, che può essere utilizzato subito sia per le caldaie che per i motori diesel (anche se è più acido) oppure può essere trasformato in biodiesel.
Il recupero dell’olio offre dunque un duplice beneficio, ambientale ed economico, rispetto alla dispersione nel lavandino o nel water che danneggia soprattutto i depuratori e inquina le acque che poi finiranno nei corsi d’acqua e a mare.
Grazie a “Oileco”, dunque, potrebbe nascere una nuova, interessante sfida imprenditoriale utile tanto alle imprese quanto all’ambiente.
[foto da oliotreo.com]