Magazine Cultura
The Romance
di Raffaele Lauro
a novembre in libreria
La notte del 13 giugno 1558 i territori di Massa Lubrense e Sorrento subirono un attacco turco-saraceno micidiale che causò morte e distruzione, in questo romanzo Raffaele Lauro ricostruisce quegli accadimenti drammatici che per secoli hanno condizionato la vita di tutti gli abitanti della Penisola Sorrentina. A distanza di tanti secoli era giusto conoscere quei fatti, capire il perché, rendere onore alla memoria degli innocenti che persero la vita, alle migliaia di prigionieri che finirono, nei vari mercati di schiavi dislocati nei territori saraceni del Nord Africa, venduti e perduti per sempre.
Il dolore che scopriamo in queste pagine non genera nel lettore odio ma la consapevolezza che la violenza fra i popoli è figlia della più ottusa stupidità, va conosciuta e combattuta con tutte le nostre forze, mai lasciata all'oblio . Mi viene in mente a questo proposito la poesia di uno dei poeti arabi contemporanei più apprezzati Nazih Abu Afah , siriano , che con il suo popolo ancora oggi sperimenta il dolore e la sopraffazione.
Terra di passeri
di Nazih Abu Afah
29 aprile 2004
Forse lei pensa:
questo color rosso cupo
è un fiore che scorre sulla roccia
queste forme inerti ai bordi delle trincee
son pastori che sonnecchiano
la terra, come l’ha raffigurata il pennello di Dio,
è un campo pronto per l’aratura
per il frumento, le passeggiate, i canti.
Forse lei pensa ….
.. .. .. ..
.. .. .. ..
Non sa (come potrebbe sapere!…)
che quanto sta guardando è: la guerra
che quei pastori dormienti sono i suoi morti
che quel rosso disseccato sulla roccia
sono gli spasimi di un’umanità disgraziata
i cui cuori son fluiti sulle scale dell’eternità
elevando le proprie pene al sommo dell’oblio.
.. .. .. ..
.. .. .. ..
Non sa; non può sapere
che qualcuno piangerà la scomparsa di qualcun altro
che un paese destinato a perire s’inginocchierà
innanzi a un paese sul punto di sparire
e che altra morte
moltiplicherà
il retaggio
della sua immortale genitrice:
la morte.
.. .. .. ..
.. .. .. ..
Non sa!
Nessuno vuol sapere…
Per questo si ostinano nel loro gaio canto
minuti cervelli
miseri:
i passeri. a cura di Luigi De Rosa
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