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Sorteggi

Creato il 15 luglio 2010 da Babilonia

Sorteggi

foto: flickr

Ricordo tantissimi anni fa quando decisi di togliermi quel fastidiosissimo, inutile “dente” del servizio di leva. Mi aspettavano 18 mesi da marinaio e abitando in Versilia, in quel del Forte, riuscii a trovare il sistema di poter entrare nella locale Delegazione di Spiaggia. Essendo poi diplomato alle medie superiori avrei poi ottenuto, passati 6 mesi (se non ricordo male) il grado di sergente e cosa più interessante, uno stipendio. Altro che le 1200 lirette al giorno che passava allora l’Esercito. partii quindi per il “car” a La Spezia, e lì dopo tre giorni mi ritrovai, insieme a tutti gli altri, schierato nel piazzale centrale. eravamo in esubero ed alcuni di noi, sorteggiati, sarebbero stati congedati dalla Marina e passati di conseguenza all’Esercito. Per me sarebbe stato un dramma. Vero che avrei guadagnato 6 mesi di tempo, ma avrei perso il posto a casa e soprattutto tanti bei soldini. La fortuna in quel momento mi girò le spalle. Fui sorteggiato e dopo circa sette mesi mi ritrovai sballottato in un treno che dal mio bel mare versiliese alle montagne di Belluno: 7° battaglione Alpini.

Oggi: Esclusa dal liceo per il sorteggio

Pubblichiamo la lettera inviata da una studentessa di Novi Ligure (Alessandria) al ministro Gelmini. (La Stampa)

Caro ministro Gelmini,
mi chiamo Alice e ho 14 anni. Ho appena finito l’esame di terza media e pensavo di portare l’attestato alla scuola che avevo scelto per confermare la mia iscrizione al liceo classico. Invece, per colpa dei tagli della sua riforma, mi hanno detto che eravamo in troppi. Che era stata concessa una sola classe di 32 alunni e noi eravamo in 35. Tre di noi erano di troppo e bisognava fare un sorteggio per vedere chi rimaneva fuori.
Hanno estratto il primo numero: «Numero 27!». Il mio numero. Mi stavano dicendo che io non potevo frequentare il liceo classico. Ci sono rimasta così male. Il classico era la mia scelta, la mia ambizione, il mio sogno. Sono triste e arrabbiata. La mia famiglia e i miei insegnanti mi hanno sempre parlato di impegno, di diritti e doveri, di scelte consapevoli. Non mi hanno mai parlato di «sorteggi» e un po’ sono arrabbiata anche con loro.
E ho anche un po’ di paura per il futuro. Quando sarò grande e cercherò un lavoro, sorteggeranno ancora per vedere se c’è un posto per me? Quando sarò vecchia e malata e non ci saranno abbastanza posti negli ospedali, sorteggeranno per vedere se potrò essere curata? Cosa farò se, come ora, non sarò abbastanza fortunata?
Vuole rispondermi, ministro Gelmini? O anche per le lettere si fa un sorteggio per meritarsi una risposta?
Buone vacanze. Alice


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