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SOSPESI, SENZA TEMPO – dalla raccolta KRONOS

Da Vivianap @vpicchiarelli

medium_419896147Ecco un estratto del mio racconto pubblicato nell’antologia cartacea KRONOS, edito da ONIRICA EDIZIONI:

Appena le nove di sera. Il silenzio ha spento il fuoco di un amplesso consumato con la solita avidità di tempi e spazi. Restiamo stesi sul divano di casa mia, il solito divano, testimone di incontri fugaci. Una serata come tante. Perché anche noi abbiamo una nostra quotidianità. Sebbene monca. Un paio di sere a settimana, la scusa della palestra. Una pizza al volo, sempre da me. Non si può rischiare di uscire, il paese è piccolo. Non facciamo neanche in tempo a rimettere a posto, è troppo il desiderio, il bisogno, quasi doloroso, di noi. Siamo chiusi in una bolla d’aria, finalmente liberi di toccarci, baciarci, esplorarci in abbracci e giochi multiformi. I nostri gesti sono liberi, ma si portano addosso il peso del quotidiano, di vite vere che esistono fuori dalla porta del mio appartamento.

Cerco con la mano il tuo cuore ancora in affanno, così come il mio respiro. È tutto irregolare, come la nostra situazione. Le regole sono fatte per essere infrante, ci dicevamo. Erano le nostre carezze, sempre più insistenti, con cui cercavamo di penetrare in desideri impronunciabili, a darci la misura della nostra colpa. Mi piaceva sentire il tuo corpo adagiato sul mio, mi dava calore e protezione. I tuoi occhi mi davano luce, mi ipnotizzavano, mentre le gambe, perfettamente incastrate nel nostro segreto meccanismo, si cercavano, si perdevano, si davano piacere. Le mie labbra cercano il tuo odore, dietro al collo, in quel punto che ti fa impazzire, sul petto possente, e poi, giù, fino in fondo, o all’inizio di tutto. Lo sguardo risale, per cercare il tuo, per avere conferme, per scrollarci di dosso, per un istante, il resto. Poi balliamo, insieme, al ritmo ancestrale del mondo, ogni volta come se fosse la prima. Sempre sul limbo. Sempre in bilico, un pericoloso quanto vitale border line…

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photo credit: Nad Renrel via photopin cc


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