Un nuovo studio che verrà pubblicato su "Ethics, Policy and Environment" sostiene che dovrebbe essere presa in seria considerazione la possibilità di drogare le masse con sostanze che le rendano più rispettose dell’ambiente, propone anche la modifica genetica dei bambini al fine di renderli più piccoli e diminuire quindi il loro impatto sull’ambiente.
In un’intervista rilasciata a "The Atlantic" il principale autore dello studio, Matthew S. Liao, professore di Bioetica alla New York University, sostiene che gli esseri umani dovrebbero essere sottoposti a modifiche “biomediche” al fine di contribuire a combattere il cambiamento climatico.
Riflettendo sulle logiche conclusioni, le proposte di Liao superano di gran lunga qualsiasi cosa Aldous Huxley abbia scritto in "Brave New World", un romanzo distopico del 1932 su una futura dittatura scientifica che cerca, attraverso le droghe e la manipolazione genetica, di ridurrel’umanità stato di completa e servile sottomissione.
Esprimendo rammarico sul fatto che le carbon taxes non serviranno a nulla contro le emissioni di carbonio, Liao suggerisce altri metodi, tra cui “l’intolleranza alla carne indotta farmacologicamente” per cui la gente prenderebbe dei farmaci o indosserebbe degli adesivi (come quelli che indossano quelli che vogliono smettere di fumare) che “stimolerebbero il sistema immunitario a respingere le comuni proteine bovine".
Al fine di ridurre i consumi e l’impatto ambientale di un essere umano, Liao suggerisce che potrebbe essere applicata una politica simile, ma più flessibile, di quella della Cina , imponendo ai genitori di scegliere tra l’avere un figlio grande, due medi o tre piccoli.
Questo potrebbe essere realizzato tramite una “diagnosi genetica preimpianto”, in cui gli embrioni verrebbero impiantati in base all’altezza, oppure usando“farmaci che riducono o aumentano l’espressione dei geni paterni o materni, al fine di influenzare l’altezza alla nascita.”
Alla domanda se la manipolazione genetica dei bambini sia etica o giusta, Liao risponde citando la necessità di affrontare il “cambiamento climatico”, come la preoccupazione morale più pressante.
Liao suggerisce successivamente che drogare l’opinione pubblica potrebbe influenzare positivamente la loro “volontà” di donare soldi in beneficenza ad organizzazioni come la Oxfam, che sostengono l’agenda sul riscaldamento globale, grazie al “miglioramento farmacologico di empatia e altruismo”.
“Per esempio, vorrei mandare un assegno a Oxfam, ma a causa della mia pigrizia forse potrei non farlo mai. Ma se accresciamo le mie capacità empatiche con i farmaci, allora forse supererò questa mia pigrizia e invierò l’assegno", afferma Liao.
Naturalmente, gli stessi farmaci possono essere impiegati per rendere qualcuno più incline a compiere qualsiasi azione. A seconda di chi comandi, questa rappresenta in fondo, l’opportunità di castrare chimicamente il libero arbitrio.
Liao chiarisce, alla fine del colloquio, che l’industria farmaceutica si è detta entusiasta del potenziale economico delle “modifiche biomediche”.
“Di recente ho tenuto una conferenza su questo mia ricerca a Yale e c’era un uomo nel pubblico che lavorava per una società farmaceutica: sembrava convinto del fatto che esiste un grande mercato per questo genere di modifiche”.
Tesi sul miglioramento farmacologico della popolazione sono comparse ben prima di quelle di Liao. Già nel 1977, l’attuale scienziato della Casa Bianca, John P. Holdren scrisse nel suo libro "Ecoscience" che la popolazione dovrebbe essere sterilizzata farmacologicamente in modo da salvare il pianeta.
L’utilità della narcotizzazione di massa come mezzo per creare una popolazione docile è stata diffusa anche attraverso i media, con l’idea di aggiungere il litio alle forniture dell’acqua come “stabilizzatore dell’umore”. Altri eminenti professori e psichiatri hanno chiesto di aggiungere sostanze psicotrope all’acqua potabile.
Questa è la seconda volta in poche settimane in cui vengono rilasciate dichiarazioni scandalose dal mondo della scienza. La questione precedente riguardava un articolo pubblicato sul "Journal of Medical Ethics", secondo cui la pratica dell’aborto dovrebbe essere estesa, comprendendo anche la possibilità dell’omicidio neonatale.
Fonte: neovitruvian.it