Sostenibilità in edilizia fa tendenza? Decisamente sì, e, aggiungiamo, finalmente. La quota di energia consumata dal settore delle costruzioni è sempre stata elevata (alcuni potrebbero dire anche eccessiva), a causa delle pessime prestazioni energetiche che caratterizzano il nostro patrimonio edilizio.
A luglio sono stati resi noti i vincitori del contest #tettitaliani promosso da Brianza Plastica, che ha visto vincitrice l’architetto siciliano Lara Grana, grazie a un progetto di riqualificazione di un edificio storico, e che ha fatto dell’ecosostenibilità il proprio “marchio di fabbrica”. Abbiamo voluto incontrare l’arch. Grana per raccontarci di sé, del suo lavoro e dell’interpretazione che i professionisti tecnici “sul campo” danno ai temi della parola green in edilizia.
Mauro Ferrarini. L’ecosostenibilità e la prestazione energetica degli edifici cominciano a fare tendenza?
Lara Grana. L’ecosostenibilità viene spesso considerata un parolone ed associata a qualcosa di costoso di cui si vedranno i frutti nel lontano futuro, ora però, forse, si sta cominciando a comprenderne il vero concetto.
Personalmente ritengo che l’ecosostenibilità sia oggi una necessità imprescindibile in qualunque attività umana e ben venga che sia di moda o tendenza e se ciò possa essere il modo per sviluppare una coscienza etica e responsabile per la riduzione dei consumi, dei costi e del nostro stile di vita ai fini di contribuire ed incentivare ad azioni ecosostenibili per il sostentamento del pianeta ed della nostra economia.
Ormai tutto ciò che è “eco” fa tendenza. Abbiamo l’eco-fashion, eco-moda, eco-auto, persino eco-murales, perché le costruzioni devono far differenza? Anche l’edilizia segue una moda storica, una tendenza del costruire ed oggi l’efficienza energetica è requisito fondamentale per la costruzione o ristrutturazione di ogni edificio.
Mauro Ferrarini. Ma è dunque solo una moda?
Lara Grana. Aldilà delle mode e delle tendenze, questa presa di coscienza verso un’edilizia sostenibile ed ecologica nasce come reazione all’attuale grave crisi ambientale di cui anche l’attività del costruire è pienamente responsabile. Effettivamente il patrimonio costruito mondiale è responsabile del 40% dell’inquinamento totale, un terzo circa sul consumo totale di energia nel mondo; pertanto gli edifici contribuiscono al disastro ambientale con una percentuale che in media raggiunge il 50% sul totale delle emissioni di CO2.
Il mondo dell’architettura e dell’edilizia sono stati investiti dunque dal binomio “efficienza-sostenibilità” quando, a partire dai temi collegati al protocollo di Kyoto, si è arrivati alle recenti normative che introducono la pratica di realizzare edifici sempre meno ‘energivori’, meglio isolati e dotati di impianti più efficienti.
In quest’ottica l’Unione europea sta puntando molto sulla riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente. Riqualificare un edificio storico significa intervenire sulla ristrutturazione degli edifici esistenti. Rilanciare l’edilizia a partire dalla riqualificazione urbana, dalla manutenzione del territorio e delle infrastrutture e stabilizzare ed estendere gli incentivi per il risparmio energetico e la sicurezza antisismica degli edifici privati e pubblici, dagli edifici comunali a quelli privati, ai mezzi pubblici, alla pianificazione urbana, fin nella gestione della filiera dei rifiuti ed alle integrazioni tecnologiche.
Lara Grana: “con un’attenta progettazione ed un adeguato uso dei materiali, locali e naturali e sistemi costruttivi che permettano una significativa diminuzione dei consumi in campo energetico, il fabbisogno di energia per la climatizzazione estiva ed invernale può essere notevolmente ridotto”
Mauro Ferrarini. Ci può illustrare sinteticamente quale approccio ha tenuto e quali tecniche ha impiegato nella progettazione della riconversione energetica dell’antica Masseria con cui ha vinto il contest #tettitaliani?
Lara Grana. L’obiettivo che da sempre contraddistingue i miei progetti di architettura è il rispetto per l’ambiente ed il territorio ed il progetto di ristrutturazione e recupero della Masseria è emblematico della mia architettura che si basa sui concetti base di ecologia e sostenibilità: ecosostenibilità.
Partendo dall’analisi dell’architettura rurale preesistente, dal rapporto tra pieni e vuoti e dalla volumetria dei corpi dell’edificio stesso, e seppure per esigenze strutturali di consolidamento e miglioramento sismico l’edificio Masseria è stato in parte demolito (alcuni prospetti sono caduti in corso d’opera) ed è stato ricostruito senza modifiche né alterazioni volumetriche, ma riprendendo gli stessi materiali ed utilizzando tecniche bioclimatiche per il risparmio energetico al fine di realizzare una costruzione eco-efficiente.
Il progetto ha mantenuto dunque le caratteristiche tipologiche di edificio rurale, con gli stessi volumi ed aperture contornate dalle pietre da intaglio originali, opportunamente recuperate in fase di demolizione.
I muri fatiscenti demoliti sono stati fedelmente ricostruiti con materiali dello stesso tipo, blocchetti di tufo locale in doppio strato accoppiati ad isolante (Elyfoam di Brianza Plastica) ed intercapedine per raggiungere lo spessore di 60/70 cm originario ed al fine di garantire un ottimo isolamento termico (come previsto da d.lgs 311/2006); le coperture sono state ricostruite con i coppi siciliani originari, smantellati, conservati e riutilizzati per la finitura ma con realizzazione del tetto ventilato tramite la soluzione tecnologica del pacchetto “Isotec 60 mm” di Brianza Plastica (soggetto del contest #tettitaliani); sopra le nuove e solide fondazioni è stato realizzato un vespaio ventilato con granchi e canale di aereazione perimetrale (‘ariana’) per l’aereazione delle murature ed isolamento delle stesse dall’umidità di risalita ed eliminazione del gas radon; sono stati posizionati infissi di Classe A in legno a taglio termico con doppi vetri e scuri disegnati secondo il disegno originale; grondaie in rame e soluzioni per il recupero delle acque piovane in apposito serbatoio (realizzato sotto la terrazza esterna tra l’altro elemento di consolidamento del terreno scosceso) per l’irrigazione del terreno.
Mauro Ferrarini. Un approccio “eco” a tutto tondo …
Lara Grana. In questo progetto ho veramente messo in pratica molte soluzioni di architettura bioclimatica e progettazione sostenibile, a mio avviso criteri costruttivi basilari per gli interventi di ristrutturazione edilizia, quali : l’orientamento delle camere, schermi solari, l’utilizzo di fonti rinnovabili fotovoltaico e solare per gli apporti energetici, il recupero dell’acqua piovana, l’utilizzo di materiali naturali locali e la realizzazione di una loggia bioclimatica a sud-ovest per assolvere funzioni di regolazione climatica, potendosi completamente aprire nei periodi estivi (gli infissi possono essere totalmente aperti). Sottolineo inoltre l’intervento di recupero e riutilizzo di tutti i materiali di risulta e oggetti di fattura locale rinvenuti durante le demolizioni, annullando totalmente la quantità di materiale da conferire in discarica, con una conseguente notevole riduzione dei costi e dei materiali che sono stati reimpiegati nella costruzione come reinterri e riempimenti (circa 20.000€ di risparmio).
Uno scorcio dell’ingresso della Masseria che ha vinto il contest #tettitaliani: quando la sostenibilità in edilizia premia!
Mauro Ferrarini. Parliamo di Edifici a Energia Quasi Zero in ambiente mediterraneo. Particolare attenzione va posta ai criteri costruttivi. Non sono ancora definiti, infatti, i limiti di uno NZEB (Near Zero Energy Building, Edifici a Energia Quasi Zero) per l’area Mediterranea, contesto caratterizzato da condizioni climatiche molto particolari. Cosa ci può dire in proposito?
Lara Grana. I limiti di uno NZEB (Near Zero Energy Building, Edificio a Energia Quasi Zero) per l’area mediterranea non sono ancora stati redatti ma i principi costruttivi che possono qualificare un edificio in Trentino, così come in Val d’Aosta, Lombardia o in luoghi dai climi cosi duri e rigidi sono veramente diversi da quelli che si posso adottare in Sicilia e nel contesto mediterraneo, che gode di una posizione geografica favorevole, con le sue coste ventilate e frastagliate sul mare ed il suo clima mite e temperato, con un importantissimo fattore di esposizione solare, l’apporto energetico di cui é ricca la nostra terra, con inverni miti e estati abbastanza calde.
La Sicilia è la terra del sole, Il sole siciliano potrebbe illuminare l’intera Italia. Norbert Lantschner (ideatore e fondatore di CasaClima) dice che “la Sicilia potrebbe essere il faro d’Europa”.
Sostenibilità in edilizia: non solo edifici. Nella foto una piscina ecosostenibile progettata dall’arch. Lara Grana a Palazzelle
Mauro Ferrarini. E quindi?
Lara Grana. Ed allora i criteri costruttivi devono tener conto di questi fattori climatici e ‘sfruttare’ le nostre risorse naturali quali l’esposizione, l’orientamento, il soleggiamento, la panoramicità …
Una rapida analisi dell’architettura vernacolare locale ci mostra come le sapienti tecniche costruttive del passato riuscivano a costruire edifici ben isolati, naturalmente freschi d’estate e facilmente riscaldabili d’inverno. Oggi invece i nostri edifici sono molto male isolati e realizzati con materiali scorretti con un conseguente notevole spreco energetico.
Eppure, anche oggi, con un’attenta progettazione ed un adeguato uso dei materiali, locali e naturali e sistemi costruttivi che permettano una significativa diminuzione dei consumi in campo energetico, il fabbisogno di energia per la climatizzazione estiva ed invernale può essere notevolmente ridotto.
I criteri costruttivi devono essere una coscienziosa progettazione responsabile e sostenibile dettata dai principi dell’architettura bioclimatica, quell’architettura che ottimizza le relazioni energetiche con l’ambiente naturale circostante, ottimizza la temperatura interna delle abitazioni riducendo al massimo il consumo di energia attraverso la corretta scelta delle caratteristiche costruttive e strutturali, dei materiali impiegati, sfruttando al meglio gli apporti energetici dell’ambiente esterno , con schermature solari e assi di ventilazione naturale, riducendo sensibilmente il fabbisogno energetico necessario per riscaldare e raffreddare l’edificio (apporto minimo)
Alla luce di tali considerazioni emerge inoltre che la scelta di materiali eco-compatibili, la riduzione/ottimizzazione di scarti di rifiuti inerti e non, l’ottimizzazione del ciclo delle acque, l’efficienza energetica sono gli elementi cardine dell’edilizia sostenibile mediterranea. Perché l’architettura e l’edilizia a basso impatto ambientale possono essere realizzate solo prendendo in considerazione l’intero ciclo di vita dell’edificio, dalla progettazione alla costruzione, all’utilizzo ed all’eventuale fine di vita (LCA) seguendone tutta la filiera produttiva: dal dispendio necessario alla produzione di tutti i materiali, al loro trasporto, montaggio e realizzazione in cantiere; alla gestione dell’edificio e alla sua demolizione e rigenerazione; al reinserimento dei materiali in nuovi cicli produttivi.
Un altro esempio di sostenibilità in edilizia. L’eco resort di Valledacqua progettato dall’arch. Lara Grana
Mauro Ferrarini. Sempre in tema di edifici NZEB dal 1° gennaio 2014 è scattato l’obbligo di riqualificare energeticamente il 3% del patrimonio pubblico. Nella sua Regione, la Sicilia, com’è la situazione? Quali, secondo lei, le opportunità per i progettisti?
Lara Grana. In questo settore l’Italia, con la Sicilia in coda, sconta un ritardo clamoroso se si pensa che il consumo energetico di un’abitazione italiana è tra le 3 e le 5 volte più alto di quelli di paesi come la Germania, l’Austria e la Danimarca, cioè di paesi con un clima più rigido e quindi meno favorevole.
Mauro Ferrarini. Addirittura!
Lara Grana. Basti pensare che il primato per edifici ecologici ed eco-efficienti in Italia va al Trentino Alto Adige con l’agenzia “CasaClima” di Bolzano, che per prima ha recepito la direttiva europea che impone la classificazione energetica degli edifici, come criterio di qualità ecologica, a tutt’oggi usato come unico riferimento di certificazione energetica in Italia.
In Sicilia le opportunità di efficientamento del patrimonio edilizio sono tante ma stiamo vivendo in un periodo di crisi, un periodo storico caratterizzato dalla mancanza di fondi; si parla di “regione ad obiettivo convergenza”, di “fondi comunitari”, di “finanziamenti europei”, sono tutte opportunità a cui bisogna poter accedere. E se da un lato non è cosi facile accedere ai fondi dall’altro non è neanche impossibile (piuttosto, è fondamentale) redigere progetti efficienti e di qualità, ammissibili ed eleggibili per le diverse misure di finanziamento, per le pubbliche amministrazioni e per i privati, creando interessi economici motivanti anche per investitori e stakeholder.
Mauro Ferrarini. Mi pare di capire che occorre una specifica competenza da parte dei tecnici.
Lara Grana. Esatto, è necessaria anche una formazione adeguata dei progettisti mirata ad ottenere gli obbiettivi normativi previsti ed avere una visione più completa e sistematica delle progettazioni e riqualificazioni, i professionisti devono essere oggi veri e propri ‘project manager’ con intraprendenza e spirito di iniziativa.
E se da un lato quindi in questo periodo di cambiamenti e riforme, si spera e si attendono nuove misure finanziarie e forti incentivi fiscali ed economici, condizioni primarie per incentivare una spesa/investimento per l’efficientamento del patrimonio edilizio e delle nuove costruzioni dall’altro è soprattutto importante far capire ad ogni cliente e committente, pubblico e privato, che costruire in maniera ecosostenibile ed efficiente è un investimento per il futuro, in primo luogo primo per la riduzione dei costi di gestione di un edificio. Se Ridurre significa risparmiare oggi nella vita quotidiana cosi come nelle costruzioni si deve risparmiare. Costruire edifici che riducano il loro fabbisogno termico e siano dunque efficienti serve a risparmiare e quindi ottenere benefici di comfort ed economici per noi e per il nostro pianeta.
Mauro Ferrarini. Sul suo sito lei tiene anche un “eco” blog dove, tra i vari contenuti, si occupa anche di eco design. Di cosa si tratta esattamente e da dove nasce l’interesse per questo tema?
Lara Grana. Eco design significa “design ecologico” ovvero creare prodotti di design ecosostenibile “ecoprodotti” studiati e progettati per ridurre il loro impatto sull’ambiente, dalla fase di progettazione, produzione, utilizzo fino al loro smaltimento (LCA- valutazione del ciclo di vita di un prodotto).
Personalmente mi son sempre impegnata in questo settore, applicandolo anche ai miei progetti di architettura ed ho realizzato diversi oggetti di ecodesign per privati ma da quando sono diventata mamma, il mio impegno per l’ambiente e la sostenibilità’ è aumentato ulteriormente dedicandomi al mondo dei bambini, impegnandomi a studiare, progettare e realizzare prodotti di design creati appositamente per loro, per garantire il loro benessere e la sostenibilità ambientale, con una costante ricerca di innovazione e funzionalità.
Cosi, durante la gravidanza, riflettendo come la Culla sia il primo luogo che accoglie un bimbo sin dai primi giorni di vita, ho pensato una culla evolutiva che potesse accogliere un bimbo nel migliore dei modi e seguirlo nella sua crescita, come un oggetto a lui caro.
E così è nato il “Lettino invisibile Gabriel” (dal nome del mio primo figlio) un modello di ecodesign a misura di bambino e di mamma, totalmente trasparente, innovativo, ecologico e funzionale, atossico ed igienico, evolutivo per seguire tutte le fasi evolutive dei bambini, assemblabile con semplici e veloci incastri, senza vernici ne’ colle, né viti (che provocano elettromagnetismi) ma sopratutto sicuro e conforme agli standard di sicurezza europei e dei genitori (molti più restrittivi!) E per il mio secondo figlio è nata la “Culla portafavole Giuli” un grazioso modello di Culla a dondolo dolcissima, totalmente trasparente, brillante e luminosa, capace di suscitare emozioni, gioia ed amore a genitori e bambini, liberi e felici di poter sempre osservare la propria mamma e genitori.
Nella foto la Culla portafavole Giuli
Così da tanta apprezzata sensibilità di ecomamma, ecodesigner, ecoarchitetto ho fondato Ecobabydesign,un marchio di modelli di design ecologici e riciclabili per bambini: dalla Culla al Lettino, dal seggiolone alla sedia a dondolo, dai giocattoli agli oggetti creativi, sempre realizzati in materiali ecologici e 100% riciclabili, unici ed esclusivi.
Tutti gli ecoprodotti di Ecobabydesign sono studiati per ridurre al minimo il loro impatto sull’ambiente, dall’ottimizzazione del processo di produzione alla riduzione degli scarti; nascono esclusivamente su ordinazione ed ogni pezzo di materiale/scarto è studiato, ridisegnato e riutilizzato per realizzare nuovi oggetti e prodotti che possono essere dunque riutilizzati o riusati con un impiego diverso , in parte e quasi per tutti i componenti fino al loro smaltimento. Concetto base di Trasformabilità dei prodotti con un uso duraturo nel tempo e la totale riciclabilità dei materiali, fino al loro packaging (eco-packaging) ridotto al minimo ed ottimizzato per essere il meno ingombrante possibile (ricordiamo che il 40% dei rifiuti prodotti dall’uomo proviene dagli imballaggi).
Ritengo molto importante che i bambini nascano e crescano con una visione responsabile ed una coscienza “green” del loro stile di vita, sempre in allegria e con divertimento.
Mauro Ferrarini. Tornando al contest #tettitaliani, il tema dell’integrazione architettonica riveste molta importanza nella riqualificazione degli edifici antichi. Quali sono secondo lei le principali difficoltà legate a questo utilizzo dei pannelli fotovoltaici, in particolare in un contesto di centro storico?
Lara Grana. Questo è da sempre un tasto dolente per installatori e progettisti. Progettare e riqualificare edifici storici e renderli efficienti passa inevitabilmente attraverso installazioni fotovoltaiche, ed anche se adesso esistono soluzioni tecnologiche avanzate e a minor impatto quasi sempre ottengono il diniego di Soprintendenze e conseguenti pareri negativi comunali.
Nell’ottica della riqualificazione del patrimonio edilizio esistente è fondamentale inserire soluzioni per l’energia alternativa e la soluzione meno impattante nei centri storici sono proprio i pannelli fotovoltaici e solari.
Mauro Ferrarini. E cosa si potrebbe fare, secondo lei?
Lara Grana. A mio avviso le Soprintendenze ed i Comuni dovrebbero di comune accordo redigere delle linee guida per ammettere soluzioni progettuali innovative ed installazioni relative alle energie rinnovabili ai fini della conservazione e risparmio energetico degli edifici nei centri storici; orientando i progettisti a seguire delle progettazioni integrate ed ingegnose secondo le quali evitare di creare cavi e linee esterne, di limitare al minimo indispensabile le installazioni (esatto dimensionamento del fabbisogno energetico), dare un massimo di superficie per tetto, calcolato in base alla percentuale sulla superficie utile del tetto, magari non superiore al 50/60% o richiedere di utilizzare le soluzioni tecnologiche più avanzate che ormai han ridotto di molto il loro costo iniziale, come le tegole fotovoltaiche. In Sicilia la situazione è abbastanza ferrea.
Io credo che i pannelli solari se totalmente integrati nelle coperture non creino più impatto di antenne televisive, paraboliche e cavi.
Proprio in questi giorni mi sto battendo per la realizzazione di una tettoia fotovoltaica ondulata con film che presuppone un elevata spesa iniziale e non crea grande impatto essendo parte integrante della struttura. Vedremo se sarà possibile…
Mauro Ferrarini. Sostenibilità significa anche limitazione dell’impatto paesaggistico. Sembrano solo parole, ma il territorio rischia di essere davvero appesantito dalla progettazione e dalla costruzione. Da questo punto di vista, com’è la situazione del nostro Paese e nella sua Regione in particolare?
Lara Grana. Spesso mi ritrovo a guardare gli edifici del passato, le vecchie case coloniche e rurali ed i vecchi edifici di inizio secolo, questi edifici non deturpano l’ambiente e sono rimasti pressoché invariati negli anni, resistendo a calamità naturali ed umane… e cerco di trarne esempio, studiandone le tecniche costruttive e le soluzioni progettuali.
Il territorio in cui opero, oltre a configurarsi come splendido paesaggio naturale è spesso vincolato paesaggisticamente e tutti i miei progetti, mirano ad inserirsi perfettamente nell’ambiente e nel territorio circostante. (vedi foto masseria) a mio avviso gli edifici non devono deturpare l’ambiente ma inserirsi armoniosamente in esso.
Mauro Ferrarini. Può farci qualche esempio concreto?
Lara Grana. Per esempio Il terreno su cui insiste la Masseria è caratterizzato dalla tipica macchia mediterranea con carrubi e ulivi e La Masseria, è l’ edificio era parte integrante del paesaggio e tale è rimasto. Il terreno su cui insiste, la Val di Noto, è vincolato paesaggisticamente e per l’ottenimento della concessione è stato necessario l’ottenimento del nulla osta da parte della Soprintendenza ai Beni Culturali attraverso la presentazione di un relazione paesaggistica per valutare l’impatto sul territorio, sia per quanto riguarda l’intervento di ristrutturazione sia per l’inserimento dei pannelli solari e fotovoltaici, ovviamente totalmente integrati nella copertura.
In realtà in tutta la Sicilia insiste un piano paesaggistico molto restrittivo e a volte vincolante ma valido strumento per governare e contrastare l’abusivismo edilizio e la deturpazione del paesaggio e sopratutto in questo territorio un uso sconfinato per interessi economici.
Per evitare o mitigare l’impatto ambientale degli edifici sul territorio è importante seguire alcune linee guida, dettate dal buon senso. Tra cui: non prevedere modifiche allo stato attuale dei luoghi ma solo il ripristino delle caratteristiche originali dei fabbricati; rispettare le misure e le dimensioni dell’edificio originale, mantenendo le caratteristiche peculiari della costruzione originale o delle costruzioni vicine; adoperarsi affinché il terreno circostante rimanga integro e invariato, senza alcun disboscamento né taglio, né aumento di cubatura né di superficie e non prevedere aumenti di volume o superfici sopra la linea del terreno; scegliere intonaci di colore chiaro; riprendere le vecchie murature o vecchi sistemi costruttivi locali, come originali; utilizzare infissi in legno o similari a quelli preesistenti; scegliere elementi e materiali per le loro caratteristiche di traspirabilità, resistenza meccanica e provenienza naturale locale (a Km Zero) compatibili con le caratteristiche ambientali e tecnologiche dell’edificio.