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Sotto l'equatore

Creato il 07 ottobre 2013 da Stefania Cunsolo @stefystillwords

Sotto l'equatore

Acitrezza, Sicilia





El héroe discreto di Mario Vargas Llosa è nello zaino, il segnalibro già al settimo capitolo. A parte il romanzo in lingua (e cultura peruviana) originale, l'iPad e la Lonely Planet, però, non ho ancora pensato a cosa mettere in valigia.
Per Lima si parte dopodomani e saranno due settimane di autobus e scarpinate, dal livello del mare fin giù al canyon più profondo del mondo e su fino ai quattromila metri di Puno: non più di una notte nella stessa città. Ce la faranno anche stavolta i nostri (discreti) eroi ad esplorare tutto ma proprio tutto quello che vorrebbero?
Ci lasciamo alle spalle l'America del furlough, del presidente democratico e la House repubblicana, delle persone che ci raccontano di essere stanche di stare a casa nell'attesa di poter tornare a lavoro, quando il governo comunicherà che lo shutdown è finito. L'America del blame game e dei gun show, ma anche dei party multietnici dove ti ritrovi (felice) a parlare inglese da un lato, spagnolo dall'altro, francese ogni tanto e italiano quanto basta (perché, ebbene sì, ci sono due o tre illuminati che vogliono parlare la nostra lingua).
Guardiamo sotto l'ombelico, ora, l'altra America, quella latina quindi a noi più vicina, quella del sud (ovunque nel mondo eletto a punto cardinale sfigato fra i quattro). L'America del Perù, in particolare, dove furlough non ce ne sono: e come potrebbero esserci? C'è un governo stabile e un'economia in crescita solo da qualche anno. E, ciò nonostante, se le persone non hanno un lavoro non è perché sono temporaneamente a casa in attesa di tornare a prendere i loro settemila dollari al mese: non ce l'hanno e basta, il lavoro.
Qual è il nostro sud?
Facile per me pensare alla mia terra, alla Sicilia, fatta di profumi, colori e passioni intensi, tanto quanto di disoccupazione, pizzo, instabilità. Fertile e arida al tempo stesso.Ciascuno di noi ha un sud, un cardinale rosso fuoco che diverte e consuma, un luogo al di sotto dell'equatore che determina latitudine e longitudine senza bussola.Quel luogo interiore dove emozioni, paure, rabbia, insicurezze e impulsi si condensano.Quel trampolino utilissimo per spingerci in alto ma che, se incontrollato, ci fa tuffare di pancia e magari anche in una piscina senz'acqua.
Indispensabile, quel sud. Ci fa innamorare, appassionare, piangere e ridere. E chi può farne a meno? E' nel sangue, nelle viscere, nell'istinto.
Ha però bisogno di cure, di un governo stabile, di un lavoro sicuro e costante. E per tutto questo c'è bisogno di una mente neutrale, trasparente, consapevole e lungimirante.
Mi preparo dunque a questo viaggio verso sud, alle nuove profondità e altitudini da cui osservare me stessa e il mondo, per comunicare dopo avere guardato con attenzione, partendo proprio da sotto l'equatore.Non so ancora quali vestiti mettere in valigia, ma so quali parole portare e quanto spazio lasciare per riportarne indietro di nuove.

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