Isserley è una donna con un compito. Lei guida avanti e indietro per le strade delle Highlands scozzesi in cerca di autostoppisti. Li carica, li valuta nel dettaglio, e alla fine li addormenta. Il destino degli autostoppisti è tra i peggiori: essi vengono condotti in una fattoria, che in realtà nasconde, nel sottosuolo, una vera e propria fabbrica. Ciò che si produce è carne... i rapiti, dopo un trattamento fatto ad arte per renderli mansueti, vengono nutriti in batteria sino a che non sono pronti per... il macello. [Spoiler] Tutto ciò per alimentare un mercato di nicchia alieno. I ricchi di un pianeta molto lontano dalla Terra pagano cifre esorbitanti per assaporare la carne di vodsel (ovvero la carne di homo sapiens). [Spoiler]
Il romanzo, fantascienza o meno, è in realtà un viaggio introspettivo nella personalità di Isserley, costretta a svolgere un compito ingrato, prigioniera di un corpo mutilato, carica di un odio che difficilmente può lasciare alle proprie spalle. Lo stile narrativo si prende tutto il tempo necessario affinché il lettore riesca a somatizzare la situazione. Tutto avviene con un ritmo blando, per lo meno fino alla grande rivelazione (vedi lo Spoiler), tanto che in un primo momento della lettura ho dubitato sulla bontà del testo. Fortunatamente la seconda parte del romanzo è maggiormente attiva ed efficace. Ha un ritmo non differente dalle pagine di ambientazione, ma gli eventi giungono al loro culmine, tanto che diventa difficile staccarsi dalle pagine che conducono a un epilogo... a dir poco... a sorpresa.
Bello. La copertina è per certi versi anonima, non trasmette il vero contenuto del romanzo, così come avviene anche durante la lettura delle prime cento pagine. La carta, l'impaginazione, sono le classiche Einaudi. Qualche refuso. L'odore è intenso... ma questo libro ha vissuto parecchio, visto che mi è giunto come pacco postale da Roma.
Vorrei ringraziare il mittente di questo bel regalo natalizio. Una sorpresa, innanzi tutto, e una lettura davvero piacevole.