La fotografia sotto la pioggia crea numerosi disagi, sia dal punto di vista personale, che da quello tecnico. Inutile sottolineare qui come ci si deve vestire in questi casi. Più importanti possono essere alcuni suggerimenti volti a proteggere la nostra preziosa attrezzatura. A meno che non si abbia la fortuna di possedere corpi macchina “tropicalizzati” (cioè resistenti alla polvere ed alla pioggia), ed obiettivi impermeabili, dobbiamo infatti proteggere le nostre reflex “normali”. Un rimedio semplice, efficace ed alla portata di tutti è quello che possiamo realizzare con l’aiuto di sacchetti di plastica (tipo surgelati) e qualche elastico. Inseriamo la nostra fotocamera nel sacchetto e blocchiamolo sull’obiettivo con un elastico. Il tutto deve essere un po’ lasco, per permettere di effettuare i movimenti necessari allo scatto.
Oltre a proteggere sempre la lente frontale tramite un filtro skylight o UV, è molto utile l’uso del paraluce, che riduce la quantità di gocce sul frontale. A questo proposito, ci permettiamo qui di fare una piccola critica alle case costruttrici: non è infrequente, infatti, che le confezioni d’acquisto degli obiettivi siano prive di questo economico ma importantissimo accessorio. A volte non sono nemmeno disponibili separatamente, e se lo sono hanno un prezzo troppo elevato. Un semplice pezzo di plastica in più non crediamo che rovinerebbe economicamente dei colossi multinazionali, ma risolverebbe molti problemi a noi fotografi, sia con il bello che con il cattivo tempo.
Ovviamente, quando ci troviamo a fotografare nei giorni piovosi, non sempre è necessario utilizzare precauzioni particolari. Sotto una pioggerellina leggera può bastare un ombrello per ripararci e qualche eventuale goccia non rovinerà certo la nostra attrezzatura. Ricordiamo di portare sempre con noi l’occorrente per la pulizia delle lenti, un panno pulito per asciugare macchina ed obiettivi e riponiamo sempre il tutto in una borsa impermeabile.
Che si usi una busta di plastica fissata alla fotocamera con elastici (senza scordare il paraluce), o un semplice ombrello, l’importante è proteggere bene l’attrezzatura.
Se abbiamo intenzione di uscire in un giorno di pioggia, la prima cosa da fare è quella di caricare in macchina una pellicola sensibile. Almeno 400 Iso, anche se non è sempre detto che alla presenza della pioggia si associ costantemente una ridotta luminosità. Inoltre, le condizioni climatiche possono essere molto variabili. Ad esempio, è capitato a chi scrive di passare in due ore da un cielo plumbeo, con la presenza di pioggia e persino nevischio, ad una strepitosa giornata di sole e cielo azzurro. Come sempre, chi possiede una digitale può adattare la sensibilità Iso alle diverse condizioni anche per ogni singola fotografia. Obiettivi luminosi o stabilizzati sono un degno corredo di ripresa da innestare sulla fotocamera in caso di pioggia. E’ anche consigliabile utilizzare zoom che non ci costringano a cambiare spesso le lenti in situazioni scomode, rischiando così di riempire l’interno del corpo macchina di tante belle gocce d’acqua.
Per quanto riguarda le tecniche di ripresa vera e propria, sono le stesse che utilizziamo regolarmente in base ai nostri soggetti preferiti. Sottolineiamo qui solamente alcuni spunti, direttamente legati alla presenza della pioggia. L’utilizzo di focali lunghe (medio tele o più) permette di evidenziare più facilmente la presenza delle gocce di pioggia, mentre l’uso di un grandangolo ci permette di escluderle dall’inquadratura. Tempi di scatto lenti sottolineano le traiettorie, al contrario di quelli veloci che fermano le singole gocce durante il loro viaggio. La visibilità delle stesse gocce dipenderà anche dal contrasto con lo sfondo: se quest’ultimo è scuro, le renderà più evidenti.
Una possibile via di sperimentazione in questo senso è data dall’uso del flash: quest’ultimo, infatti, provocherà tutta una serie di riflessi che assumeranno forme differenti a seconda della distanza, dell’intensità della pioggia e del tempo di scatto. Facciamo molta attenzione in questo caso a ripararci bene sotto il nostro ombrello. Il contatto dell’acqua con le elevate cariche elettriche prodotte dal flash potrebbe generare scariche assolutamente spiacevoli da subire.
Durante i temporali ci sono anche i fulmini: se sufficientemente distanti (e quindi non pericolosi per chi va in giro con un ombrello sopra la testa), possono essere inquadrati anche da noi semplici appassionati (ci sono infatti dei veri e propri specialisti). La possibilità di un solido appoggio è fondamentale, un tempo di scatto di 1 o 2 secondi e l’uso di un comando a distanza, per evitare il mosso, ci permetteranno di riprendere questi meravigliosi e, nello stesso tempo, terribili manifestazioni delle forze naturali.
Fuori fa freddo, il cielo è grigio e carico di nuvole, ha appena iniziato a piovere. Ecco un’altra giornata sprecata! Meglio rimanere in casa a leggere qualche articolo, a riguardare le foto fatte in estate ed a fantasticare su quella nuova reflex o su quel nuovo obiettivo… Avevamo in mente un certo giro ma, come al solito siamo sfortunati: “Anche questa domenica piove!”. O no?
Già, perché a meno che voi non siate interessati esclusivamente alla fotografia in interni, questo è un giorno come un altro per raccogliere la nostra attrezzatura ed uscire di casa. La fotografia è il racconto delle storie della vita, è espressione di pensiero ed idee, è documentazione di fatti, luoghi ed avvenimenti. E’ sentimento, emozione, comunicazione a vari livelli di profondità. E tutto questo, là fuori, avviene anche oggi. La vita non si ferma di certo perché oggi piove e, le sorprese, son sempre dietro l’angolo!
Un paesaggio diverso.
Certo, nei giorni di pioggia il paesaggio cambia, i colori sono diversi, le luci creano meno contrasti, sono più uniformi ed immergono i soggetti in un’atmosfera particolare. Gli stessi ritmi della vita quotidiana sono alterati dalla presenza della pioggia. Il nostro stesso stato d’animo è diverso: spesso più malinconico, meno portato all’azione.
Ma, è proprio in questo caso che dobbiamo, in un certo senso, forzarci ad agire, ad uscire ed a cogliere quello che il mondo oggi ci proporrà.
Quando piove, prendiamo esempio dai “semplici” turisti: hanno pagato, hanno solo poco tempo e quindi, imperterriti ed incuranti delle condizioni atmosferiche, fanno regolarmente i giri previsti dai loro tour, scattano accanitamente le loro foto ricordo avendo bene in mente che, forse, quei luoghi non li rivedranno mai più. Saranno solo foto ricordo, ma son sempre fotografie che noi, rimanendo in casa, non avremo fatto.
Proviamo quindi a sperimentare quali possono essere gli aspetti fotografici interessanti, recandoci negli stessi luoghi che avevamo in mente nel caso di una bella giornata. Volevamo andare in qualche specifica zona della nostra città? Volevamo fare una piccola gita? Assistere a qualche evento sportivo o artistico? Qualsiasi sia il nostro proposito iniziale, seguiamolo, e stiamo a vedere cosa accade.
Ombrelli & co.
Una volta, gli ombrelli erano tutti rigorosamente ed esclusivamente neri. E gli impermeabili, anch’essi scuri. Andava bene per chi fotografava in bianconero, ma per i colori…
Ora non è più così. La moda impone ombrelli coloratissimi, con scritte e disegni, impermeabili e stivali multicolori e quindi, anche per chi non ama il bianconero è sempre possibile giocare con i cromatismi. Il contrasto tra questi accessori colorati, (tipici ed esclusivi delle giornate di maltempo) e la ridotta gamma cromatica dell’ambiente circostante, è già un valido spunto d’interesse fotografico. Sotto gli ombrelli, ci sono poi le persone, con i loro gesti, le loro espressioni, la loro vita quotidiana. Se siete appassionati di questo genere, non c’è alcun motivo per non continuare a farlo anche sotto la pioggia.
Dalla goccia alla pozzanghera.
Gli altri possibili soggetti rimangono invariati ma, quando piove, ce ne sono alcuni che non potremmo fotografare altrimenti. C’è la pioggia stessa, ci sono le sue gocce che scendono più o meno intensamente su di noi, sugli oggetti che ci circondano. Le strade si bagnano, si formano le pozzanghere, ed entrambe riflettono in qualche modo l’ambiente circostante. E’ nostro compito osservare attentamente questi fenomeni per vedere le cose da un diverso punto di vista. Sperimentiamo, cambiamo posizione di ripresa, alterniamo le focali ed i diaframmi, fino ad ottenere un risultato interessante. Anche i fulmini, a volte, possono arricchire i nostri scatti con un tocco di drammaticità.
La vita dietro ad un vetro.
Quando piove, altri interessanti spunti possono essere offerti dalla visione attraverso i vetri. Nelle nostre case, dall’interno delle nostre automobili, dietro le vetrine dei negozi. E’ una specie di mondo distorto e surreale, con le gocce che imperlano i vetri stessi e, dall’altra parte qualcosa che accade. Non dimentichiamo poi, che sugli stessi vetri possono venire a formarsi i riflessi. Una visione ancor più magica e sospesa della realtà che noi dobbiamo cercar di cogliere ed inquadrare attraverso il mirino.
In conclusione, c’è poco altro da dire, dal punto di vista “filosofico”: è una questione di “testa”! Se non siamo disposti a subire gli inevitabili disagi apportati dal maltempo, se non abbiamo voglia di bagnarci un po’, se non riusciamo ad immaginare un intero mondo di possibili soggetti fotografici che esistono, vivono, amano, lavorano anche quando piove, se preferiamo il tepore e le comodità della nostra casa, perderemo sicuramente qualcosa. Perderemo la possibilità di fare belle fotografie, ma non potremo lamentarci con nessuno, solo con noi stessi.
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